Sono quasi tutti anziani e pensionati: si aggirano nelle piazze e nelle vie intorno alle 13, mentre gli ambulanti smontano le bancarelle e accatastano cassette in un angolo, in attesa che gli operatori ecologici le portino via. Alcune contengono ancora residui di frutta e ortaggi ammaccati o appassiti, ma ancora commestibili; ed è a quelle che 'puntano', mentre vagano apparentemente senza meta cercando di mostrarsi disinvolti.

L'obiettivo è rovistare tra gli scarti dopo il mercato in cerca di cibo

Se nelle cassette non c'è proprio nulla, chiedono al rivenditore se è rimasto qualcosa con voce rotta dall'imbarazzo; devono però sbrigarsi, perchè il camion della nettezza urbana sarà lì a momenti.

Un esercito di disperati che allunga l'occhio dietro le bancarelle, in attesa di prendere gli scarti non commerciabili. Se cerchi di parlare con loro,abbassano gli occhi, sfuggono, oppure dicono che stanno solo curiosando per passare il tempo; tuttavia, qualcuno si ferma, accetta di rispondere a qualche domanda e così emergono storie di miseria e vergogna.

C'è l'ex imbianchino che prende 700 euro di pensione al mese, con un affitto di circa 500; dunque, come si campa in piena crisi con i rimanenti 200? Si pagano le bollette e poi, per mangiare si va al mercato di zona, dove si spera di recuperare tra pomodori ammaccati, lattughe ammuffite e aranci in parte marci, qualcosa di commestibile. I commercianti regalano volentieri qualche foglia di insalata, la verdura per il minestrone, una manciata di patate o due zucchine, ma non possono farlo con tutti.

Molti si vergognano di chiedere alle mense dei poveri

Le associazioni di assistenza cercano di gestire la situazione come meglio possono, ma sono tanti quelli che si vergognano di chiedere alle mense per i poveri; preferiscono piuttosto accontentarsi degli scarti dei mercati ambulanti. Secondo una recente indagine, i poveri sono aumentati del 35% in meno di cinque anni; quel che è più grave è che a questi si aggiungono intere famiglie che non arrivano a fine mese, oltre ai disoccupati, ai separati e i divorziati. Un segnale piuttosto preoccupante in continuo aumento, a Milano come in altre città italiane.