Ha suscitato scalpore la notizia della paternità di Ed Testa e Nichi Vendola. Tobia Antonio è nato tramite la pratica dell'utero in affitto. Questa decisione della coppia ha causato numerose reazioni, date le recenti polemiche che hanno portato all'approvazione, al Senato, del ddl sulle unioni civili.
Attacco di Adinolfi e Famiglia Cristiana
Uno dei maggiori assertori ed organizzatori dello scorso contestato Family Day, Mario Adinolfi, si è scagliato contro la decisione di Nichi Vendola e del compagno di diventare padri, tramite la pratica "dell'utero in affitto" (che terminologia orrenda!).
Il direttore del quotidiano "La Croce" ha compiuto un'invettiva pesantissima, definendo Vendola "compagno" per le comuni radici cattoliche, ma disapprovando la pratica della maternità surrogata. "Forza Tobia, piccolo reso orfano di madre da due ricchi di sinistra" ha esordito, come a voler indicare che chi abbia una coscienza politica di sinistra, non possa avere soldi. Tra le altre cose, fa specie che un simile pensiero venga da Adinolfi, che ha militato nel PD, partito di sinistra, prima di un quantomai discutibile trasformismo montiano, e che ora prende fiori di milioni di sovvenzioni statali per il suo quotidiano. Ha poi continuato, chiedendo che il reato di utero in affitto "sia reato universale, come il turismo sessuale".
Attacchi altrettanto meritevoli di attenzioni sono arrivati da Famiglia Cristiana e Matteo Salvini. Il settimanale cattolico ha scritto: "Ma non era di sinistra? All'estero come i ricchi per soddisfare il suo desiderio". Anche secondo Famiglia Cristiana, il piccolo Tobia sarebbe stato reso orfano di madre da due uomini che avevano una voglia, un vezzo, un desiderio.
Salvini ha definito "turpe e vergognosa" la pretesa, per lui innaturale, di avere un figlio.
Da Montesquieu a Voltaire: la libertà è relativa
Montesquieu, nella sua opera "Esprit des lois", ha elaborato una teoria molto particolare, ma molto attuale e che si presta a diverse letture anche in chiave moderna. Per il filosofo, ogni stato ha una propria costituzione, che non è migliore o peggiore rispetto a quella di un altro paese; è giusta.
Ciascuna entità statale ha una propria giusta costituzione, derivante dalle proprie caratteristiche (demografiche, sociali, persino climatiche,dice Montesquieu) è la celebre teoria del "relativismo costituzionale". Parimenti, potremmo profanamente adattare la teoria del relativismo costituzionale, semplicemente alle leggi che ciascuno stato ha nel proprio ordinamento. Questo "relativismo- normativo" sostiene allo stesso modo che le diversità tra le leggi di stati diversi sono il frutto di una naturale differenziazione storica, sociale, economica. Molti stati, come gli Usa, sono nati liberi da religioni ingombranti. L'Italia, invece, ha sempre accusato la presenza-essenza della Chiesa, e questo ha influito sui nostri ordinamenti e sulle nostre carte costituzionali.
Non si può imporre una stessa legge in ogni paese, soprattutto se l'oggetto del contendere è, come in questo caso, la scienza. La scienza permette che due padri possano avere un figlio, la scienza permette che una coppia etero possa avere un figlio. La scienza ci permette di volare, di andare nello spazio, di scrivere questo articolo al computer, permette ad un bimbo sordo di poter sentire la voce della madre. Ma c'è un "ma", grosso quanto una chiesa. La scienza non obbliga, la scienza rende libero chiunque di usufruirne o meno. La scienza permette di dare vita là dove manca (per diverse cause: sterilità della madre, del padre, di entrambi, svariate cause mediche, impossibilità biologica e via discorrendo).
Perché rinnegarla? Perché costringere tutti a rinnegarla? Il fulcro del discorso è nella libertà di scelta.
Voltaire, nel "dizionario filosofico", definisce la libertà: "Ma, ancora una volta: voi siete libero in tutti i tempi e in tutti i luoghi, quando avete la facoltà di fare quel che volete fare".