Il Belgio, con le sue città pittoresche e vivaci, ha abbandonato l'immagine da cartolina per una agghiacciante scenografia di terrore che scuote non solo l’Europa, ma tutto il mondo intero.Dopo i drammatici fatti dell’aeroporto e della metropolitana e i pattugliamenti serrati a caccia degli attentatori di Parigi, il Belgio è ora identificato come il principalecovo europeo dei jihadisti,in particolare Bruxelles, la cuiPosizione strategica consente spostamenti facili verso altre capitali.Dal 2012 piùdi 500 soggettihanno lasciato Bruxellesperunirsi ai jihadisti in Siria e Iraq e almeno 100 hanno poi fatto rientro,indisturbati.
L'opinione dell'Imam di Bruxelles
Secondo l’Imam di Bruxelles Sheikh Sulayman Van Ael, i servizi di sicurezza belgi non sono mai intervenuti sui flussi in uscita deigiovani islamici, nonostante gli appelli delle famiglie affinché venissero bloccati.Ècaso di Anis, 18 anni, che lasciòil Belgio nel 2014, nonostante le segnalazioni alle autorità fattedella madre,e dove non fece più ritorno perchéucciso incombattimento.E per un Anis che non rientra, ve ne sono molti che si ricongiungono proprio a Molenbeek, noto per il feroce attentato ma già conosciuto come quartiere del reclutamentojihadista.
Molenbeek è un quartiere prevalentemente musulmanoche, ultimamente, ha registrato un’impennata del 40% della disoccupazione giovanile.È qui che i giovani scoprono l’Isis, attirati dalla necessità di appartenere a qualcosa, che siaun’ideologia o una religione.Alla base, secondo l’Imam, ci sarebbe una graveemarginazioneche scatena quella frustrazione su cui Isis fa leva perreclutare.
Le carenze dell’intelligence belga
Esiste una realtà più scioccantedella discriminazione e che riguarda l’intelligence belga e l’Europa.La Turchia avrebbecomunicato alle autorità belghe che Brahim el Bakraoui, uno degli attentatori di Bruxelles, era un militante pericoloso, ma pare che il Belgio lo abbia classificato come criminale comune.Neldicembre scorso venne emesso un mandato per Khalid el Bakraoui, dopo che egli aveva affittato un appartamento a Charleroi rivelatosi labase per gli attacchi di Parigi, ma Khalid si aggirò indisturbatoriuscendo a mettere una bomba nella metro di Molenbeek.Il Belgio haun’agenzia di intelligence di 600 dipendenti, un terzo di quelli dei Paesi Bassi dove il rischio terrorismo è minore e una leadership politica disunita, in cui le decisioni perdono di tempestività a causa di dissidi interni.
Il lato debole dell’Europa
La determinazione dell’Isis ha trovato facile breccia in una Europa dove mancano la fiducia tra Stati membri e la condivisione di intelligence.La Francia, dopo gli attacchi, chieseaipaesi membri di adottare elevate misure di prevenzione contro il terrorismo ma nessuno Stato pare lo abbia fatto, Belgio incluso.L’Europa arrancanell’affrontare un’emergenza che Valls, primo ministro francese, ha così riassunto: “È una guerracontro di noi,la nostra determinazione deve essere totale”.