I recentiepisodi di violenza a Marsiglia nell'ambito di euro 2016 fanno sorgere una domanda: Nel calcio la violenza è arrivata al limite?Nella nostra società il calcio, oltre a produrre spettacolo, manifesta sempre più spesso violenza ed aggressività dentro e, soprattutto, fuori gli stadi. Quali sono le cause? Lo psicologo Jeffrey H. Goldstein affermava: "Le persone che assistono a uno sport aggressivo tendono a diventare a loro volta aggressive”. Se è vero che l'entusiasmo del pubblico "carica" gli atleti, è anche vero che il pubblico sugli spalti “ripete”, a suo modo, il comportamento degli atleti che gareggiano.

Quindi un comportamento corretto dei giocatori, ancheaggressivo, ma sempre e solo nei limiti del lecito, è un esempio utile a indurre negli spettatori sentimenti positivi; viceversa scorrettezze, proteste e violenze in campo, si riflettono immediatamente su migliaia di spettatori, che spesso trasferiscono questa “eccitazione” anche fuori dagli stadi.

Gli Ultras

Nello sport ci sono i gruppi organizzati, in genere diamo loro l’appellativo di “ultras” oppure quelloancora più grave di "hooligans". La caratteristica del tifo "estremo", diventa la ricerca della carica emotiva, piuttosto che la riduzione. Le situazioni di tensione che si verificano sui campi da gioco, soprattutto nel calcio, possono offrire a molte persone l'occasione di potersi dare all'aggressività, alle zuffe, a vandalismi e scontri dentro e soprattutto fuori dagli stadi.

In nessuna altra disciplina sportiva dove pure esistono gruppi di tifosi organizzati, vediamo succedere quello che avviene nel mondo del tifo calcistico. Viene da chiedersi: è possibile rivedere alcune regole del calcio, limitando le reazioni violente che spesso si vedono in campo nei confronti di giocatori e arbitri, o dovremo limitarci a inasprire controlli e repressioni su alcune frangie di "tifosi"?

Violenza nella società

Viviamo già in una società permeata di violenza come ebbe a dire Enzo Biagi: “la violenza è nell'aria, nel costume, in certe trasmissioni televisive, nella cultura dei club degli ultras, negli striscioni insultanti, nelle divise ridicole; la violenza è in Parlamento: negli insulti, nelle risse, nel linguaggio; è sulle pagine dei giornali”.

Occorre quindi educarci ai valori di pace, di convivenza civile, più che di competizione (lo spirito competitivo va ben dosato e tenuto sotto controllo).E’ vero che lo sport prevede la competizione, questa comporta il desiderio di superare l'avversario col massimo impegno, ricorrendo quando è necessario, a qualsiasi mezzo per vincere. Ma in realtà questa logica appartiene solo al tifo violento. La differenza tra lo sportivo e il tifoso violento sta nel modo di scaricare l'aggressività: lo sportivo tramite l'azione del gioco, il tifoso in altri modi !!!

Impariamo il rispetto

E’ troppo tardi per riscoprire il contenuto etico dello sport? Siamo ancora in tempo a ricordare a tutti che nello stadio giocatori e spettatori sono esseri simili da rispettare?Credo che il rispetto sia l’unica via che possiamo percorrere; solo così lo sport può contribuire alla crescita dei più alti valori dell'uomo.

Saper perdere con dignità, riconoscendo il valore dell'avversario; gareggiare per misurare se stessi, come mezzo per migliorarsi, non per voler battere l'altro a qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo. Termino con una citazione di Scalfari che diceva: "forse il calcio non centra, non è al calcio che si possono addebitare le pulsioni violente che pervadono la nostra società; ma il calcio è sicuramente un' occasione di violenza, se non altro perché aggrega decine di migliaia di persone e le divide in fazioni "l'un contro l'altra armate"...la personalità di questi ragazzi è incerta, schiacciata dall'anonimato, irretita dalla televisione e dagli esempi che la società gli propone, una società che trasuda violenza da ogni lato, nel linguaggio, nelle immagini, nella pubblicità, nello sport, nella politica."