Gli hooligans li conosciamo tutti: le frange più violente del tifo inglese si sono costruite, nel corso degli anni, una pessima e, purtroppo, meritata reputazione. I fatti di cronaca che li riguardano sono stati centinaia, alcuni sfociati in tragedia come quella dell'Heysel di 31 anni fa che costò la vita a 39 persone. Altri, meno eclatanti, culminati in semplici risse da bar. Ma dobbiamo essere sinceri, in vista dei Campionati Europei di calcio che hanno preso il via in Francia c'eravamo dimenticati di loro. Le misure per garantire la sicurezza del torneo sono teoricamente imponenti, la paura era e rimane quella di possibili attentati di matrice jihadista.

Tutti hanno paura dell'Isis, nessuno pensava più all'esistenza degli hoolingans. Dopo i fatti di Marsiglia, con la città in stato di guerriglia urbana praticamente da tre giorni, il problema è tornato di attualità.

Un giovane inglese in fin di vita

Inutile dire che l'Europeo di Francia rischia ora di macchiarsi di sangue. In lotta tra la vita e la morte infatti c'è un tifoso inglese, vittima delle violenze divampate ieri nella zona del vecchio porto di Marsiglia e che hanno visto protagonisti anche alcuni tra i più violenti esponenti del tifo locale, i supporters dell'Olympique. Il giovane è stato letteralmente abbattuto da un colpo di spranga alla testa ed ha subito un arresto cardiaco. Sottoposto ad immediati soccorsi, è stato trasportato d'urgenza in ospedale ma le sue condizioni permangono gravi.

Agli scontri di ieri hanno preso parte anche le fazioni più estremiste della tifoseria russa che hanno affrontato gli hooligans ma si sono anche coalizzati con gli stessi, contro i francesi. Sono state ore di autentica follia: giovani ubriachi che hanno fatto volare sedie, bottiglie, pietre e colpi di spranga e sono stati oggetto di cariche continue da parte della polizia marsigliese che ha sparato lacrimogeni e spray urticanti, picchiando a più non posso con i manganelli.

Questa desolante situazione va avanti da almeno tre giorni, la guerriglia per le strade della città è iniziata lo scorso 9 giugno. Una situazione simile in un Campionato Europeo si era verificata nel 2000, nel corso dell'edizione organizzata da Belgio ed Olanda. In quella circostanza gli hooligans avevano messo Charleroi a ferro e fuoco.

Il bilancio di ieri parla di 31 feriti e sei arresti.

Tafferugli anche dopo Inghilterra-Russia

A poche ore dal match disputato al "Velodrome" sembrava che la situazione fosse tornata alla calma. Gli scontri sono ripresi improvvisamente nella zona attorno allo stadio, dove la polizia ha dovuto utilizzare lacrimogeni ed idranti, e sono divampati con maggiore violenza dopo il fischio di chiusura che ha sancito il paregggio, 1-1, tra Inghilterra e Russia. Imbufaliti i supportersi britannici, vista la beffa subita sul campo dalla loro squadra. I russi hanno risposto per le rime, scavalcando le barriere poste allo stadio ed aggredendo la tifoseria avversaria.

Le responsabilità dell'organizzazione

Al di là di questi comuni delinquenti, di questa vergognosa teppaglia per la quale il calcio è soltanto una scusa per dar sfogo alla loro violenza, è l'intera macchina organizzativa del torneo ad uscirne con le ossa rotte.

Preparata ad un'emergenza di ben altro tipo ed in preda ad una islamofobia ai limiti del razionale ma certamente motivata dai gravissimi attentati dello scorso novembre, la sicurezza francese è stata travolta da questa ondata di violenza. Ma il problema purtroppo è a monte, Inghilterra-Russia era una partita a rischio e non solo per il pericolo di attacchi jihadisti ma proprio per le rispettive tifoserie, tra le più calde e ingestibili del continente. Oltretutto, far giocare l'Inghilterra a Marsiglia, già teatro di scontri tra i supporters locali e gli hooligans ai Mondiali del 1998 e prima della gara di Champions League tra l'Olympique ed il Chlesea nel 2000, è stata davvero una clamorosa imprudenza. Ed ora, purtroppo, non è sufficiente recitare il mea culpa.