Terminate le due settimane di giochi e subito tutti, "da Adamo in giù fino al calzolaio che ci fa i begli stivali" come era solito scrivere Grisostomo al figliolo, si sono prodigati per elogiare la colorita truppa azzurra di rientro dal Brasile.Eh sì perché le fantomatiche e agognate 25 medaglie, che Coni e presunti esperti avevano auspicato, sono state pienamente centrate dai nostri atleti, così come il piazzamento nella top 10 mondiale. Ma è davvero tutto oro quello che luccica?

Andiamo a leggere il medagliere azzurro e troviamo 8 ori, 12 argenti, 8 bronzi e il nono piazzamento in classifica.

Risultato che come testè anticipato ha suscitato il plauso generale dei cronisti, ma un'analisi demografica ed economica comparatistica con altri paesi potrebbe portare a rivedere il nostro giudizio sia sulla spedizione olimpica in sé che sul sistema paese in generale.

Prendiamo quella che è stata la maggior sorpresa a questi giochi, la Gran Bretagna. Il medagliere per i colleghi d'oltremanica recita addirittura 67 medaglie di cui ben 27 d'oro. Questo a fronte di una popolazione di pochi milioni superiore alla nostra (64 ca contro 61), ma anche i risultati degli altri nostri vicini dovrebbero indurci a riflettere. Pur non ripetendo l'exploit britannico, la Francia racimola ben 42 medaglie (10 d'oro) a fronte di una popolazione pari alla nostra, la Germania, pur forte dei suoi 82 milioni di abitanti, vince addirittura 17 ori.

Più del doppio dei nostri. Tutto merito delle eccezionali doti della razza teutonica, o della differenza economica vigente tra i due Paesi? Difficile crederlo possibile osservando l'ottava posizione della South Korea che a fronte di una popolazione di appena 50 milioni di abitanti (e di un Pil praticamente la metà di quello italico) riesce comunque a fare meglio di noi a livello di ori (9 contro 8).

Se il gap con Paesi "più ricchi" quali la Germania o il Regno Unito può anche essere giustificato (anche se certo non con divari tali) quello con nazioni a noi più simili deve portarci a riflettere su quelli che sono gli investimenti nello sport eseguiti in italia. Non certo isolate sono le lamentele degli atleti per la carenza di strutture e della formazione, soprattutto giovanile, che dovrebbe portare i ragazzi ad avvicinarsi agli sport già a livello della scuola primaria.

Ma la vera domanda che dovremmo porci è se sia davvero possibile migliorare continuando ad ammantare i nostri risultati mediocri di patriottismo fissando obiettivi facilmente raggiungibili e compiacendoci poi di averli centrati.Perché non provare ad alzare l'asticella mirando magari a quel vincente modello di sua maestà?