Adesso tutto è possibile dopo che Donald Trump è diventato il 45° Presidente degli Stati Uniti d'America. I marziani possono scendere sulla terra, schivando le scie chimiche, dichiarando guerra all'umanità ma solo dopo aver concordato tutto con il Gruppo Bilderberg. Tutto è possibile perché alla fine dei conti, quello che non ci piace per antonomasia, può diventare l'unico e vero risultato auspicabile.

Perchè essere felici di Trump presidente?

Bisogna essere felici per la vittoria di Donald Trump. Almeno abbiamo una buona scusa per prendere in giro gli americani, come hanno fatto loro per molti anni, ai tempi del nostro amatissimo Silvio Berlusconi.

Parliamo di un vero "bomber", di una persona che sul problema del cambiamento climatico dichiara: "A New York nevica e si gela, noi abbiamo bisogno del riscaldamento globale", che sul razzismo riesce a convincere il Ku Klux Klan e prende una barca di voti dall'elettorato femminile, nonostante il suo atteggiamento spiccatamente sessista.

Finalmente possiamo mandare in soffitta quelle persone che analizzano la realtà esclusivamente con le categorie destra e sinistra. Il tycoon prende voti dagli stati tradizionalmente operai e democratici, da quella gente che non è laureata e generalmente non è interessata al politicamente corretto. Hillary Clinton è stata appoggiata dalla stampa e dal grande capitale americano.

Questo non significa che Trump sia Lenin e che la Casa Bianca è il nuovo palazzo d'inverno. Significa piuttosto che davanti una realtà complessa, dobbiamo essere pronti a cambiare punto di vista.

Bisogna essere felici per la vittoria di Donald Trump. Perché fa bene al cuore vedere la faccia imbronciata dei sondaggisti, dei politologi e di tutta quella categoria di persone che non hanno capito niente di quello che gli è accaduto sotto gli occhi.

Non è che la gente non legge più i giornali, semplicemente i giornali non spostano di una virgola l'opinione pubblica.

Perché nonostante in politica interna gli Stati Uniti rischiano dei cambiamenti agghiaccianti, in politica estera forse (e sottolineo il forse) non abbiamo tragedie all'orizzonte. In conclusione, se vi siete svegliati sereni e la vittoria di Trump non vi ha fatto piombare in un film nazista in salsa Usa, non siete voi ad essere diventati reazionari ma è piuttosto il mondo globalizzato che non ci permette più di avere delle risposte preconfezionate.