A diciotto mesi dalla sentenza della Consulta che si è pronunciata dichiarando l'incostituzionalità del blocco reiterato dei contratti del pubblico impiego a seguito di un ricorso presentato dalla FLP (Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche) un sindacato in forte crescita nei settori delle Amministrazioni centrali, e dopo due leggi di stabilità (quella del 2016 e questa del 2017) che stanziano pochi spiccioli per i rinnovi, la Ministra Madia ha convocato giovedì scorso al Ministero della Funzione Pubblica CGIL CISL e UIL per definire un accordo che permetta il rinnovo dei contratti.

Procedura a dir poco anomala, dal momento che nel pubblico impiego è da tempo prevista la certificazione e la rappresentatività dei soggetti deputati a contrattare per effetto delle adesioni e dei voti riportati nelle elezioni delle RSU, e che, tra l'altro, solo in questi giorni si è conclusa la ricognizione all'Aran dei soggetti abilitati nei nuovi comparti di contrattazione.

Inoltre i contratti pubblici si fanno (quando si fanno ...) da più di 20 anni proprio all'Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) che costa non poco e non si capisce perchè dovrebbe continuare ad esistere se viene spogliata delle sue funzioni istitutive.

In un colpo solo quindi si è svuotata l'Aran e si crea un indubbio vulnus alla democrazia ed alla partecipazione, impedendo alla gran parte delle OO.SS.

aventi titolo ed ai lavoratori da loro rappresentati, di poter svolgere il proprio ruolo.

Cosa fara il Governo?

Il Governo cercherà di firmare, con chi glielo permetterà evidentemente, un impegno "politico" senza alcun riflesso immediato e operativo, che a pochi giorni dal voto possa portare acqua al mulino del Governo impegnato in modo indefesso per il SI al referendum.

L'appuntamento è stato quindi aggiornato al 30 novembre con i Segretari di CGIL CISL e UIL per la firma di un protocollo d'intesa. Ma, forse consci dell'irritualità della procedura, pare che nei giorni immediatamente precedenti siano state nel frattempo convocate a Palazzo Vidoni anche le altre OO.SS. aventi titolo. Su un testo però già preconfezionato e probabilmente immodificabile.

Vero negoziato o iniziativa preelettorale?

Gli 85 euro fatti filtrare dalle agenzie di stampa come incremento per il triennio 2016/2018 sono al momento non coperti dalla leggi di stabilità (oggi per il 2016 e 2017 ci sarebbero al massimo 30 euro lordi) e d'altro canto nessuna garanzia vi è al momento che il Governo si decida ad apportare le necessarie modifiche normative per superare le leggi penalizzanti adottate in questi anni contro i lavoratori del pubblico impiego.

Se il Governo vuole fare sul serio e smentire le diverse perplessità, emani finalmente l'atto di indirizzo all'Aran, permetta il vero avvio del negoziato con tutti coloro che ne hanno diritto, e nel frattempo aumenti gli stanziamenti nella legge di stabilità definendo il nuovo quadro di riferimento tra legge e contrattazione. Perchè i lavoratori e le lavoratrici del pubblico impiego al palo da 7 anni non possono essere presi ulteriormente in giro.