Siamo già in piena corsa per le prossime elezioni politiche ed i partiti cominciano a formulare aggregazioni ipotetiche per il raggiungimento del tanto agognato 40%, richiesto dalla legge per ottenere il premio di maggioranza. La Corte ci ha così consegnato una legge elettorale, modificata, mantenendo il premio di maggioranza alla lista che superi il 40% dei voti, eliminando il ballottaggio e modificando, solo formalmente, col sorteggio, i capilista. Basterà solo un 3% per essere rappresentati in Parlamento. Ne conseguirà un parlamento eletto, in gran parte di nominati.

Tutto sommato, la modifica della legge, è stata una soluzione equilibrata che ci consente, applicandola anche al Senato, di mettere un primo punto fermo sull'argomento.

Legge omogenea per le due Camere

Andare al voto, oggi, con due leggi elettorali diverse, equivale a scegliere una soluzione che ci obbligherà, quasi sicuramente, alla instabilità politica. Già i mercati finanziari paventano questa ipotesi ed i segnali cominciano ad arrivare. La prima cosa quindi da fare, da parte della politica, è quella di rendere omogenea, per le due Camere, la legge risultante dalla sentenza della Consulta, e con l'opportunità apportare ulteriori elementi di chiarezza e 'giustizia', come ad esempio l'eliminazione dei capilista.

Era comunque prevedibile un intervento della Corte Costituzionale: a suo tempo, furono in pochi a vedere 'la mucca nel corridoio', ma quei nodi si sono ripresentati e, questa volta, bisogna decidere, pena la credibilità della politica. Ci rifiutiamo di pensare che non vi sia accordo politico su questa necessità di omogeneità, tra l'altro espressamente richiesta dal Presidente Sergio Mattarella.

Incertezze sugli assetti politici

Le previsioni si moltiplicano sui futuri scenari politici: la tendenza è quella di sostituire le coalizioni di partiti con il 'Listone', in cui inserire di tutto e di più per conseguire il famoso 40 %. Una bella frittata. Il mondo politico italiano è molto frammentato, ed i risultati non sono scontati.

Il M5S, da una parte, e il PD 'unito', dall'altra, sono i due attori principali che si fronteggeranno per tentare di raggiungere il 40% richiesto, per il premio di maggioranza. Le altre formazioni non si sono ancora pronunciate in via ufficiale. Questa volta però sarà diversa dalle altre, perché quella parte di elettori che preferivano non partecipare, per protesta, si è accorta che lavorava per la politica, col suo comportamento. Da qui il suo nuovo atteggiamento, con la partecipazione, per esprimere il suo voto, così come è avvenuto per il referendum 2016. Inoltre, i partiti hanno completamente dimenticato i veri problemi del nostro paese, che sono tanti: in primo luogo la mancanza di lavoro e di crescita. Se poi si scoperchia la pentola, ci si accorge che dovremmo essere un po' preoccupati. Continueremo.