Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato incostituzionale parte dell'Italicum, molti politici si sono dichiarati favorevoli a andare a elezioni il prima possibile con il sistema elettorale partorito dalla Consulta. Ma siamo davvero sicuri che sia conveniente andare a votare con questa legge elettorale?

Il sistema elettorale vigente

La sentenza della Corte ha dichiarato incostituzionale il ballottaggio tra le due liste che hanno preso più voti, ma ha lasciato il premio di maggioranza da assegnare alla lista (non alla coalizione) che supera il 40%.

Nel caso in cui nessuno riesca a raggiungere la soglia del 40%, i seggi verranno distribuiti tra tutti i partiti che superano il 3% dei voti. Per quanto riguarda il Senato invece, rimane un sistema proporzionale puro con una soglia di sbarramento dell'8% per le coalizioni o i partiti che si presentano da soli, e del 3% per i partiti all'interno delle coalizioni.

Ora da quanto emerge dall'ultimo sondaggio di Demopolis sulle intenzioni di voto degli italiani si capisce che nessun partito riuscirebbe a raggiungere quella fatidica soglia del 40% che consente di ottenere il premio di maggioranza. In questo senso l'unica possibilità sarebbe quella di creare una nuova lista tra partiti di centro-sinistra (Pd-Si) e Ncd (una specie di nuovo Ulivo) che nelle condizioni migliori potrebbe arrivare al 40%.

Il centro-destra infatti, anche sommando i voti di Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia, arriverebbe a poco meno del 30%, posizionandosi alla pari del Movimento 5 Stelle.

Risultando peraltro difficile la creazione di una nuova lista di centro-sinistra, per via dei forti dissidi, anche all'interno dello stesso Partito democratico, la prospettiva del premio di maggioranza, che consente una certa governabilità, è sempre più lontana.

Se quindi si andasse alle elezioni con questo sistema elettorale lo scenario più plausibile sarebbe quello di un governo di minoranza del Partito Democratico con l'appoggio esterno di Ncd, Si e di Forza Italia (ripetendo le condizioni del patto del Nazareno). Altra ipotesi potrebbe essere quella di un nuovo governo di larghe intese tra partiti di centro-destra e centro-sinistra, anche se non è detto che venga appoggiato da Salvini e dalla Meloni visto che si sono detti più volte contrari ai governi di larghe intese.

Ad ogni modo uscirebbe un governo estremamente debole sottoposto a ricatti continui da parte dei partiti più piccoli della coalizione.

L'ipotesi che governi di questo tipo possano arrivare a fine legislatura è molto difficile da credere. Sarebbe quindi meglio approvare rapidamente una nuova legge elettorale, oppure tornare al vecchio Mattarellum, e andare a votare entro l'estate, per dare di nuovo la parola ai cittadini.