Ancora una volta l'evento cinematografico americano più atteso dell'anno ci porta con sé qualche novità. Il 26 febbraio 2017 ha infatti luogo a Hollywood (Los Angeles) l'ottantanovesima edizione degli Academy Awards, presentati dal conduttore televisivo Jimmy Kimmel. Le nomination sono state comunicate intorno al 24 gennaio e con uno stacco impressionante rispetto agli altri film è stato sicuramente il musical La La Land, scritto e diretto dallo stesso regista del successo "Whiplash", Damien Chazelle. Con ben 14 nomination, questo piacevole film ambientato in una Los Angeles odierna anche se con un tocco di "vintage", il quale omaggia i classici film musicali degli anni '50 e '60, ha decisamente stupito critica e pubblico.

La La Land infatti è ancora sul podio della classifica degli incassi al botteghino, seguito da "Split" e da "La battaglia di Hacksaw Ridje", incassando fino a oggi circa 269 milioni di dollari (si dice punti ai 300). Il film, oltre che musicale, può essere considerato un perfetto misto tra romantico e comico, sempre accompagnato però da un'atmosfera di pacata drammaticità; racconta la storia d'amore tra un pianista jazz e un'aspirante attrice, interpretati rispettivamente da Ryan Gosling e Emma Stone, e il loro lungo e impegnativo cammino verso quello che, nella "City of stars" americana, ogni persona va cercando: la fama. Il titolo del film fa riferimento sia all'abbreviazione di Los Angeles, LA, ma sopratutto alla sensazione di essere in un mondo totalmente "fuori dalla realtà", attraverso un onomatopea che è appunto "La La Land".

Chazelle ha scritto la sceneggiatura nel 2010, ma non trovando alcun finanziatore disposto a investire sul suo progetto, ha dovuto aspettare sino al 2016 per vedere la sua pellicola sul grande schermo.

Una piacevole sorpresa

Non credo di essere stata l'unica ad aver avuto qualche pregiudizio sul film, in quanto amante del cinema e del genere musicale.

Rappresentazioni come Moulin Rouge, Grease, Les Miserables, The Rocky Horror Picture Show, sono certamente ancora oggi tra i più conosciuti di tutti i tempi, impossibili da imitare. D'altra parte, essere scettici e prevenuti nei confronti del genere musicale è più che comprensibile, proprio per la sua natura "leggera", passatemi il termine.

certamente è una categoria piuttosto surreale e unica nel suo genere: chi è che durante il giorno, mentre fa le cose più normali e quotidiane possibile, che sia triste o felice, si mette a cantare e ballare? Sicuramente è un genere che fa veramente sognare, che regala un vero senso di spensieratezza: ecco allora che riesce a portare il pubblico tutt'altro che con i piedi per terra. Beh signori e signore, questo musical, in tutta la sua eleganza, accompagnata da immortale jazz anni cinquanta, da canzoni e coreografie degne di nota e coinvolgenti, mi ha sorprendentemente stupita. Già dall'inizio "col botto", dove vediamo nella strada principale che porta ad Hollywood un gran numero di artisti che ballano e cantano sui cofani delle proprie macchine, si comprende quanto ogni singola scena sia curata nei minimi dettagli: gli abiti, la sceneggiatura, la fotografia li ho trovati pressoché perfetti per il loro genere.

Eccezionali sono state le interpretazioni dei giovani ma abilissimi protagonisti della storia, Ryan Gosling ed Emma Stone, per la terza volta insieme in un film, i quali ancora una volta hanno dimostrato una forte alchimia, aggiungendovi abilità di ballo e di canto ce ancora non avevamo visto. Ma è il finale che secondo da pura intensità: rende il film completo e accentua il conflitto tra sentimento e successo, non sempre possono andare di pari passo. La colonna sonora "City of Stars" è delicata, la base del pianoforte entra subito nella testa e le parole rappresentano in pieno il messaggio dell'intera pellicola. Consiglio personalmente a tutti di vedere il film!