E' l'imbrunire. sono sola in casa, e mentre preparo la cena accendo la TV sintonizzandola su un telegiornale. Tra le notizie, si parla a lungo della vicenda di Igor il russo. Che non è russo, e non si chiama neppure Igor, ma non è questo il punto su cui voglio soffermarmi. Fa effetto ascoltare i commenti preoccupati degli intervistati, abitanti della zona con l'accento familiare. Fa effetto vedere immagini di luoghi così vicini e conosciuti. istintivamente, corro a chiudere a chiave la porta d'ingresso e a abbassare le serrande, cosa che di solito faccio solo prima di andare a dormire.
Non si sa mai che Igor sia uscito dalla palude e al calar delle tenebre abbia deciso di farsi un giretto a Ferrara... Razionalmente so che così non può essere, ma ciò che i media definiscono "psicosi collettiva", altro non è che primitiva paura, impulsiva ed incoercibile. Ci sono infinite situazioni spaventose con cui conviviamo ogni giorno: il terrorismo, la delinquenza dilagante, il bullismo, il razzismo, persino i sempre più preoccupanti venti di guerra. Ma, paradossalmente, esse sembrano meno pericolose di Igor il russo. Un solo individuo, che tiene in ostaggio da giorni e giorni un'intera popolazione e smuove la quasi totalità delle forze dell'ordine, in una caccia all'uomo senza precedenti.
La realtà spesso supera la fantasia
Questa storia sembra la trama di un film del terrore. Igor il russo evoca la paura ancestrale, che più assomiglia a quella che assale i bambini al pensiero degli orchi o di altri personaggi mostruosi. Quella che non ha filtri, che ci si può concedere senza provare sensi di colpa. Non ci saranno fiaccolate nelle piazze o altri palliativi che aiutino ad esorcizzare la Paura.
Ci si può permettere di sperare che Igor il russo venga presto rintracciato e che gli succeda il peggio, stavolta a lui, che alla vita altrui non dà alcun valore. Perché attraverso Igor il russo il Male ha un volto, e persino un nome, per quanto falso. Egli non ha attenuanti, neppure essendo uno straniero, in un Paese che gli stranieri li accoglie e li tutela, spesso più dei propri cittadini.
Indubbiamente ha saputo far tesoro di tale atteggiamento, riuscendo a vivere e a delinquere in Italia per ben dieci anni. Ha abilmente sfruttato le debolezza del nostro sistema quando, essendo stato incarcerato per un "incidente di percorso" che evidentemente può capitare anche ai più esperti, ha persino ricevuto uno sconto di pena per buona condotta, che lo ha riportato anticipatamente in libertà.
Buona condotta. A Igor il russo, l'uomo che sta dando perfettamente senso alle ultime parole della più conosciuta tra le preghiere cristiane: "...liberaci dal male. Amen.