Quello che è successo a Cleveland, Ohio, durante la domenica di Pasqua, quando un uomo ha ucciso un anziano a colpi di pistola e ha postato il video dell’omicidio su Facebook, dove è rimasto per più di due ore, ha spinto il Social Network ad annunciare una revisione delle regole per la segnalazione di contenuti violenti o che minacciano la sicurezza dei cittadini. L’impegno a migliorare è stato annunciato lunedì 17 aprile da Justin Osofsky, Vicepresidente Global Operation di Facebook.

Segnalazioni più efficaci

Facebook, che è una community da più di 1,8 miliardi di utenti, ha spiegato che renderà più facile agli utenti segnalare contenuti offensivi, violenti o comunque inappropriati, e che investirà di più per fare in modo che, una volta segnalato, il contenuto venga eliminato in minor tempo.

Il video del killer statunitense è stato rimosso 23 minuti dopo la segnalazione da parte di diversi utenti, “ma si può migliorare”, ha detto Osofsky. Rimane impossibile, invece, bloccare il contenuto all’origine: ogni minuto, nel mondo, vengono caricati 3,3 milioni di post. Tuttavia quello che è accaduto è solo l’ultimo di diversi episodi che hanno coinvolto Facebook, primo fra tutti l’utilizzo del Social da parte dei miliziani dell’Isis per diffondere i propri ideali.

Più di due ore senza segnalazioni

Il killer ha caricato su Facebook ben tre video: il primo, alle 11:09, in cui annunciava la sua intenzione di uccidere un uomo a caso. Nessuna segnalazione a Facebook da parte da parte degli utenti.

Il secondo, pubblicato alle 11:11, mostrava l’omicidio in diretta, mentre nel terzo, caricato alle 11:22 l’uomo ammetteva il suo delitto in una live. Poco dopo la conclusione del video, alle 11:27 a Facebook arrivano le prime segnalazioni sul contenuto. Il profilo di Stephens, l’omicida, viene cancellato da Facebook solo alle 13:22, più di due ore dopo il caricamento del primo video.

I commenti di Osofosky sono stati perentori: “In questo caso, non sono giunte segnalazioni sul primo video; quelle sul secondo sono giunte un’ora e 45 minuti dopo la prima pubblicazione; quelle sul video live in cui confessava il crimine e parlava di altri assasssinii sono arrivate solo dopo che il live era terminato. Dopo le segnalazioni ci sono voluti 23 minuti per eliminare il video: possiamo migliorare sui tempi”.

Il limite di Facebook

Se la piattaforma di Zuckerberg ha raggiunto un numero di iscritti impressionante, è anche grazie alla libertà che dà agli utenti di esprimere le proprie idee e diffonderle sul web. Ma fin dove un Social Network può concedere la libertà? Questo è anche il paradosso che affligge il web: bisogna mettere dei limiti a Internet e all’uso che le persone possono farne? La risposta è evidentemente positiva, ma chi può mettere un limite alla Rete e con quali strumenti? Nel caso di Facebook, che è una piattaforma sviluppata e posseduta da Zuckerberg, la soluzione è in mano a chi la amministra. Tuttavia la mole di dati caricati ogni secondo è così grande che risulta ancora un’utopia pensare di poter controllare tutto ciò che postano gli utenti.