Sarà perché io, la redattrice, di cognome faccio Angiolini (ma non sono imparentata con Ambra, come preciso dai tempi di "Non è la Rai") il motivo per cui ho subito familiarizzato con il Francesco Renga che si è presentato sul palco in un forum quasi sold out, per la seconda volta a Milano in questo tour. Il motivo per cui ho amato ogni parola di ogni sua canzone. O forse il cognome in comune con la celebre ex moglie del cantante non centra nulla, perché la verità è che lui è bravo davvero.
"Scriverò il tuo nome"
Il suo tour "Scriverò il tuo nome" porta su diversi palchi d'Italia il suo ultimo album, ma non solo: tra un nuovo pezzo e una battuta con il pubblico, si trova anche qualche momento amarcord in cui cantare a pieni polmoni le canzoni "Angelo" e "Ci sarai", "Regina triste" e "Meravigliosa (la luna)".
Una guida nel suo percorso artistico
Quasi due ore e mezzo di concerto interrotte da ricordi del cantante che, spostatosi su un palchetto in mezzo alla platea, ha voluto condivere con il suo pubblico: un percorso live di brevi spezzoni di suoi brani storici, dal primo album all'ultimo. Un momento particolare e intimo che non tutti i cantanti riservano.
Forse un po' troppo parlato, ma avere un cicerone che passo a passo spiega come è nato un brano che hai ascoltato e riascoltato fino quasi a non poterne più è piacevole e inusuale. Più che un concerto vero e proprio, è stato quasi un mettere in scena il proprio percorso artistico, le proprie storie d'amore e le fatiche che hanno poi portato al nascere delle canzoni.
Un cantante "goffamente umano"
Molto apprezzabile poi il fatto che il cantante (da leggersi con la dovuta ironia) si sia più volte preoccupato per la salute del pubblico, chiedendo circa ogni tre canzoni "come state?". Forse era più un tentativo goffo di coinvolgere le persone che lo hanno raggiunto al palazzetto per ascoltarlo.
La verità però è che questi momenti non sono stati gli unici un po' impacciati della serata: se ne ricorda uno in particolare in cui Renga ha infatti tentato di continuare a cantare allacciandosi una scarpa, finendo poi in una impercettibile risata e riprendendo a cantare come nulla fosse. O quando si è messo a saltare sul palco agitando la chioma riccia come un cantante delle più scatenate rock band...
mentre di sottofondo c'erano canzoni come "Scriverò il tuo nome" che forse non si prestano alla scena. Eppure, sono tutte piccole cose che rendono il suo personaggio e la sua voce calda ancora più umani e amabili.
La speranza che infonde nei suoi testi
Renga, con le sue canzoni, e soprattutto nel calore di questo concerto, ha fatto sentire meno soli i cuori infranti e dato conferme ai cuori innamorati. Renga dà speranza. Renga parla di quell'amore che tutti vorremmo vivere o che, se siamo fortunati, stiamo vivendo. Un amore semplice che non chiede mai, un amore al quale "trema la voce" mentre canta la canzone dedicata alla persona amata. Un amore che parla di "giorni migliori di questi [che] verranno e saranno lucenti".
L'amore che sicuramente avrà provato per l'Angiolini che (ahimè, devo nuovamente ricordare) non è la redattrice di questo articolo (matrimonio purtroppo finito in divorzio nel 2015).
La grande attesa della serata è stata tutta per "Guardami Amore", una delle sue canzoni attualmente più famose, che è arrivata solo come penultima dopo ben due finte conclusioni del concerto ed una profusione di ringraziamenti durata oltre cinque minuti.
Un concerto particolare, più intimo e umanamente goffo rispetto a molti altri a cui capita di assistere. E, proprio per questo, più speciale e coinvolgente.