Vi ricordate i tanto amati cartoni animati giapponesi? Le figurine della Panini ed i salutari giochi all'aria aperta? Dimenticateveli: ora, una fetta alquanto importante della popolazione giovanile cerca volontariamente il dolore. Questa necessità, amplificata dai modernissimi sistemi d'informazione digitale, trova ampio respiro ed espansione in un largo bacino di giovani, echi sordi delle frustrazioni della classe lavoratrice italiana attuale. Anche se si considera il livello lavorativo del sistema antropologico una causalità completamente dislocata rispetto all'esistenza giovanile, essa rappresenta una delle principali forme di benessere delle nuove leve.
Di là dai luoghi comuni nei confronti del trito e ritrito disagio giovanile, bisogna considerare come il focolare domestico sia una silenziosa arma a doppio taglio: risulta abbastanza pleonastico dire che la casa, nel sistema sociale italiano, rappresenti il fondamentale luogo di condivisione; questa condivisione, tuttavia, va considerata sia nel bene che nel male.
Il calo del benessere del sistema italiano ha desunto anche un fisiologico crollo della solidità educativa dei giovani: le frustrazioni, le sofferenze e le privazioni delle famiglie italiane si ripercuotono come un pesante martello su una fragilissima incudine, sfaldando così un futuro che si prospetta duplicemente difficoltoso. Da questi processi silenziosi bensì esistenti nasce il disagio delle giovani generazioni, terreno fertile del futuro di tutte le nazioni del mondo.
Non bisogna meravigliarsi del perverso gioco suicida Blue Whale, della bulimia, dell'anoressia o della tossicodipendenza: questi sono processi che si instaurano come compensazione di una mancanza verticale ed orizzontale. Perché verticale ed orizzontale?
- Verticale, com'è già stato eviscerato con dovizia precedentemente, perché i genitori, volenti o nolenti, cariano dei loro problemi i sottoposti;
- Orizzontale perché i giovani condividono il disagio e, considerando il più umano e scontato dei processi, instauarano delle società del disagio, le quali si riversano nella tragicità degli eventi citati.
Con ciò non si voglio giustificare la bulimia, l'anoressia, la tossicodipendenza o la follia della Blue Whale, tutt'altro: essi vanno curati, quando esistenti, prevenuti ed espulsi come cancri della società (quali sono). Tutta questa grande impalcatura analitica vuole far riflettere grandi ed adolescenti, rendendoli consapevoli della vicinanza della sofferenza e della possibili vie d'uscita.