Si è parlato in questi mesi molto di stipendi, di assenze, ferie e orario di lavoro, ma ancora risulta poco considerata la precaria situazione del personale Ata. Dimenticati dalla legge 107, che ha previsto tanti diritti per i docenti in Gae (tra cui la giusta assunzione di piu' di 100 mila docenti, l'anno scorso), niente è stato riconosciuto a questa categoria, che tutti i Governi stanno usando come fonte per attingere soldi da destinare ad altro, grazie ai tagli.

Una fonte ormai esaurita di lavoro

Tra poco più di un mese dovrebbe uscire l'aggiornamento della III fascia del personale Ata, un lavoro che un tempo riusciva a far entrare nella scuola, molti disoccupati, che non trovando altro (pur avendo una o più laurea e master) entrano come collaboratori scolastici, aspirando poi a fare il passaggio ad altri profili.

Ma da tempo i posti, sono sempre più pochi, i tagli hanno ridotto sensibilmente i posti disponibili, anche questa occasione di lavoro per molti precari occupati da anni nella scuola pubblica è sfumata.

Il lavoro nelle scuole, proprio a causa dei tagli, aumenta, per coloro che sono in servizio, chiamati a fare ore di straordinario, anche non pagate, ma solo restituite sotto forma di riposo compensativo. Per i vari profili del personale Ata, il lavoro non copre più solo il normale orario, e i disagi sono tanti. Le 36 ore di servizio e lo straordinario sono malpagati, per non parlare del fatto che nelle segreterie, l'aumento dei compiti a loro delegati e le disfunzioni del sistema informatico lo aggravano ancora di più.

Tagli, lavoro notturno e festivo

I tagli organici hanno sovraccaricato le segreterie e si è arrivati a pretendere dagli impiegati anche il lavoro notturno e festivo, ma sarà loro pagato quanto dovuto ci si chiede? E chi non volesse lavorare, oltre l'orario di servizio, sarà obbligato? Lavoro che verrà tra l'altro fatto a casa, perché gli uffici di notte, si sa bene che sono chiusi, cosa ne sarà di queste ore di servizio fatte a casa?

Questa è la situazione della scuola italiana, le segreterie e i bidelli devono fare salti da gigante, senza avere in contraccambio, se non un misero stipendio in cambio. Se è vero che gli stipendi dei docenti sono davvero bassi, rispetto a quanto spetterebbe loro, lo stesso va detto, di chi rimane in servizio il doppio o quasi il doppio delle ore nelle scuole, con meno giorni di ferie e per un mensile di appena 1000 euro.

Il personale Ata rimane ancora una volta, la categoria più bistrattata della scuola, senza diritto ad un posto di lavoro sicuro (negato a chi ha 36 mesi di servizio come prevede la legge europea, da una sentenza della Cassazione). Le assunzioni si sa sono sempre al di sotto dei posti realmente liberi, con lo sfruttamento di migliaia di precari che vivono nell'incertezza da anni, e rischiano di fare la fine di molti altri colleghi, che dopo anni di servizio sono rimasti senza lavoro per i tagli.