A volte ritornano. Non passa raduno delle penne nere in cui il loro presidente nazionale, Sebastiano Favero, non torni a chiedere il ripristino della leva militare obbligatoria, anche detta popolarmente naja, per il bene dei giovani e del Paese. È quanto accaduto domenica scorsa, giornata conclusiva del Raduno Triveneto degli alpini a Chiampo (Vicenza). Nulla di nuovo se si vanno a vedere i proclami precedenti e le montagne di disegni di legge depositati in Parlamento, non ultimo l'apertura fatta dalla ministra Pinotti. Se non che questa volta, in un passaggio dell’intervento di Favero, si cerca un appiglio nella nuova legge sul Terzo Settore facendo appello all’articolo 8 dove si parla di servizio civile universale.

Un appello raccolto immediatamente dal senatore pd Giorgio Santini, presente alla festa, che ritiene auspicabile l’aggiunta di un riferimento alla naja all’interno del riformato Terzo Settore. Facciamo un passo indietro per capire cosa dice la legge.

'Una riforma epocale'

Così è stata salutata dalle associazioni di volontariato la riforma del c.d. Terzo Settore, entrata in vigore ad inizio agosto dopo un iter parlamentare lungo e tortuoso iniziato nel 2014. Con la nuova legge, il Terzo Settore diventando una categoria giuridica e non solo sociale. All’art. 1 si fornisce per la prima volta una definizione unitaria delle associazioni di volontariato, cooperative sociali, fondazioni etc., che diventano un’unica famiglia con caratteristiche comuni riconosciute per legge.

Viene inoltre effettuato un processo di razionalizzazione e semplificazione della normativa vigente in materia che si è andata ad aggrovigliare negli ultimi anni. Tra le novità più importanti l’istituzione di un registro unico del Terzo Settore che metterà in rete le oltre 300mila organizzazioni no profit esistenti in Italia.

Una riforma attesa decenni ma che va detto necessita ancora di una ventina di decreti ministeriali prima di poter iniziare a funzionare a pieno regime. All’articolo 8 viene disciplinato il nuovo Servizio civile universale citato da Favero.

'Un servizio civile nel suo dna incompatibile con la naja'

La vocazione “universale” del nuovo servizio civile risiede nell’impegno preso dallo Stato di coinvolgere tutti i ragazzi di età compresa tra i 18 e 29 anni (non compiuti) di svolgere questo tipo di esperienza di indubbio valore formativo e civile.

Tra le novità principali, che manda definitivamente in pensione il vecchio Servizio civile nazionale, ci sono: nuovi settori di intervento (protezione civile, riqualificazione urbana, agricoltura sociale etc.), riduzione dell’orario (si passa dalle 30 alle 25 ore alla settimana), possibilità di fare alcuni mesi all’estero e la previsione di criteri di primalità per gli enti che inseriranno giovani in situazioni di svantaggio. La finalità di questa esperienza è fissata con chiarezza dal decreto attuativo licenziato lo scorso febbraio che parla di difesa non armata della patria, richiamandosi agli artt. 11 e 52 della Costituzione italiana.

Questa breve disamina dovrebbe aver chiarito come la proposta di Favaro e di chiunque sostenga la necessità di un ripristino della leva militare sia in aperta opposizione alle finalità del servizio civile, che vale la pena ricordare affonda le sue radici nell’obiezione di coscienza.

Siamo di fronte a due visioni diverse della società, inconciliabili: una che fonda l’identità dei giovani e di un popolo sui principi ferrei della disciplina e dell’obbedienza militare, l’altro lo fa percorrendo la strada della “difesa civica” che impegna attivamente i giovani all'interno della società civile piuttosto che in esercitazioni che preparano alla guerra.

Un servizio civile ancora poco conosciuto

Quanti conosco veramente il servizio civile? Questa esperienza su base volontaria si porta dietro dall’obiezione di coscienza un certo disprezzo e diffidenza da parte della cultura più conservatrice e militarista del nostro Paese. La riforma del Terzo Settore, rafforzando sotto il piano giuridico il mondo del volontariato potrebbe aiutare a cambiare le cose. La strada è certamente lunga.