La filosofia è sempre più spesso rappresentata dai suoi filosofi in tv, chiamati nelle più diverse trasmissioni, di qualsiasi rete, solitamente per discutere di temi di attualità, politici e sociali, calando quindi la figura del filosofo nel mondo di tutti i giorni. I nomi più noti sono quelli di Cacciari, Fusaro, Di Cesare, ecc...i quali intervengono per fare da arbitri super partes, cioè esprimere opinioni che non siano faziose, ma che cerchino di andare contro il senso comune, nutrendo quell'idea che il filosofo sia detentore di una verità superiore, chissà da chi pervenutagli.

La Filosofia vista dallo spettatore medio

Lo spettatore medio, cioè quello che non è uno specialista del campo filosofico, alla vista di un filosofo, descritto così dalle didascalie che appaiono sotto il nome nelle presentazioni tv, sarà tentato di cambiare canale. Perché? L'idea che si ha di chi fa questa "professione" è quella di un tipo umano molto noioso, che utilizza parole difficili, quasi incomprensibili e che cita nomi di gente strana, quasi sempre tedesca. Effettivamente, il linguaggio filosofico è un "problema" che si può presentare anche agli esperti, che sono impegnati spesso a tradurre linguaggi molto complessi, chiari solo all'autore, come nel caso di Hegel o Heidegger.

Ecco, allora che il filosofo viene visto come una sorta di alieno, un essere umano che parla in maniera insensata e spesso questo è ciò che impedisce l'avvicinamento alla filosofia o, per lo meno, ai temi filosofici.

La difficoltà linguistica, però, è spiegata dal grande rimaneggiamento che si è fatto dei vari termini, come "materia", "sostanza", "tempo", i quali sono termini comuni ma che hanno, con l'andare degli anni e il succedersi di pensatori, cambiato spesso il loro significato.

Lo spettatore, perciò, non dovrà scoraggiarsi ma basterebbe appuntarsi qualche termine e controllarlo in un dizionario filosofico online.

Si potrà notare l'affascinante storia dei termini, i quali hanno avuto delle vicissitudini impervie nel corso dei secoli. Lo stesso problema lo si ha quando i filosofi citano diversi autori, i quali sono un punto di riferimento per chi parla, in quanto sono coloro che hanno espresso precedentemente e in maniera migliore ciò che si vuol dire.

E' falsa l'idea che il filosofo abbia quelle illuminazioni tipiche dei poeti arcaici, come Omero, cioè che guardino al mondo con una sorta di occhio della mente platonico ( Platone, autore cardine della filosofia e con cui sarebbe bene iniziare). Invece, lo studio di un filosofo è molto arduo, un lungo lavorio costante e logorio anche mentale: ecco perché spesso ci si affida ad altri.

Il rifiuto della Filosofia

Il rifiuto della filosofia avviene quando si introduce il pensiero che bisogna guardare solo all'utile, come sempre spesso succede oggi, in una società che vede nell'arrivo e nel progresso il proprio fine. Invece, c'è bisogno di un procedere più lento, cauto, che permetta di comprendere anche le conseguenze delle nostre azioni, che sicuramente non darà frutti economicamente visibili, ma col tempo potrebbero essere determinanti.

Si pensi a problemi come l'aborto, l'eutanasia: temi trattati dalla filosofia che sono all'ordine del giorno per milioni di persone e su cui troppo spesso si sente parlare. Qui, la Filosofia può e deve intervenire, per dimostrare anche il suo aspetto pratico e non solo teorico.

Appello finale

Ora, ogni volta che vedrete un filosofo in tv, in una conferenza, al bar (sì, i filosofi mangiano) cercate di prestare attenzione, proponendosi l'obiettivo di comprendere, anche solo per contestare ciò che dice, ma facendolo sempre in maniera contestualizzata e razionale, valutando i propri argomenti. Queste sono qualità che oggi mancano e che andrebbero riscoperte. La Filosofia è un agire e pensare filosoficamente che ognuno può apprendere. E' il lungo cammino dello spirito, oggi sempre un po' più pop.