Gene Gnocchi sembra averla fatta grossa questa volta, la sua battuta a diMartedì su Claretta Petacci ha suscitato un polverone sul web.

La frase a diMartedì

Durante la puntata del talk politico diMartedì è intervenuto, come accade settimanalmente, Gene Gnocchi, fin qui tutto normale, se non fosse per le parole pronunciate dal comico parmigiano. Parlando della situazione di Roma e nello specifico dell'emergenza rifiuti, si è preso spunto per fare comicità sul maiale visto aggirarsi tra l'immondizia della capitale. Gnocchi parlando del suino ha affermato che il suo nome fosse Claretta Petacci.

Una battuta, se così si può definire, che ha creato non poche polemiche.

La memoria di Claretta Petacci è stata già negli anni più volte 'violentata' per avere come unica colpa quella di essere stata l'amante di Benito Mussolini. Il comico di La7 forse ha dimenticato le umiliazioni e lo scempio che ha dovuto subire la Petacci, il suo corpo è stato martoriato dopo la morte.

Certamente uno scivolone da parte di Gnocchi che non può passare impunito. Fare una comicità antifascista utilizzando epiteti insultanti e per lo più nei confronti di una persona morta non può essere tollerato. Lasciamo alla loro memoria certi personaggi della storia, senza utilizzarli per compiacere una certa parte di opinione pubblica.

Bufera social

Era prevedibile scoppiasse un vero e proprio caso sui social e così è stato. L' hashtag #GeneGnocchi è finito nelle tendenze di Twitter e non certamente per motivi lusinghieri. Più di una persona invoca le scuse di Gnocchi, altri, più di uno invece, rincarano la dose e addirittura chiedono l'allontanamento con conseguente licenziamento da La7.

Non viene tollerata la comicità su persone ormai decedute, come se non bastasse la squallida battuta ha colpito nell'animo molte donne: c'è l'aggravante della battuta sessista.

La decisione di La7

Ora la palla passa ai piani alti dell'emittente di Urbano Cairo, il putiferio scatenato da Gnocchi può senza dubbio arrecare danno ai futuri ascolti della trasmissione di Floris.

L'unica soluzione logica pare essere l'allontanamento, per buona pace degli indignati e per non arrecare danno all'immagine del talk politico.

Per una volta il polverone creato dal web sembra essere più che giustificato e non eccessivo, a forza di far comicità su tutto si finisce per scadere nel volgare ma soprattutto nel vergognoso. Non si può e non si deve scherzare su tutto.