I film horror non sono mai stati discussi tanto quanto nel 2017. Il genere è stato oggetto di conversazioni da bar, calorosi dibattiti su Internet e recensioni intense. Gran parte del discorso è stato suggerito dal controverso testo di Steve Rose nel The Guardian sul termine "post-horror". Sconcertato dalla rabbia del pubblico per il film di Trey Edward Shults it comes at night (2017), il giornalista britannico ha proposto un nuovo sottogenere che rompe le aspettative del pubblico e non si impegna a spaventare. È curioso notare che questa "crisi di identità" nell'orrore proposto da Rose sembra riflettersi in buona parte nei temi delle opere pubblicate quest'anno.
Film come The Belko Experiment (2016), La cura del benessere (2017) e Berlin Syndrome (2017) affrontano il gioco delle apparenze, in cui nulla è quello che sembra essere. Il tema appare anche più grottescamente in produzioni come The Void - Il vuoto (2016), Life- Non oltrepassare il limite (2017) e The Cult of Chucky (2017), in cui personaggi mostruosi assumono forme diverse, evitando o espandendo l'immagine di se stessi.
Più o meno con lo stesso principio narrativo della crisi della personalità, il successo Scappa - Get out (2017) è stato anche responsabile di presentare questo genere alla gente. Scritto e diretto da Jordan Peele, un commediante afro-americano, il lungometraggio ha colpito il pubblico e la critica presentando una sceneggiatura piena di critiche sociali che fanno ridere e pensare allo stesso tempo.
Il lavoro è andato così bene che gli ha garantito la candidatura agli Oscar di quest'anno in ben quattro categorie, tra cui quella di miglior film.
"Dalla crisi arriva la creatività", dicono. Forse è per questo che durante l'anno in cui sono state messe in discussione le principali convenzioni dell'orrore, sono apparse così tante fantastiche produzioni, come ad esempio il più strano The Pure (2017), un musical polacco sulle note delle sirene cannibali che diventano spogliarelliste in un locale decadente; e il divertente Auguri per la tua morte (2017), su una studentessa universitaria che viene assassinata e ricomincia a vivere ogni giorno di nuovo, finché non riesce a scoprire chi è il suo assassino.
L'anno ha segnato anche un ritorno molto promettente per gli adattamenti di Stephen King al grande schermo. Anche se La torre nera (2017) è stato imbarazzante, It (2017) di Andy Muschietti e Il gioco di Gerard (2017), di Mike Flanagan sono film molto competenti. Il successo di incasso della storia di Pennywise, infatti, ha stimolato una nuova ondata di produzioni di alto budget ispirate alle opere dello scrittore che arriveranno nelle sale nei prossimi anni, come Il Talismano, L'ombra dello scorpione e Cimitero vivente.
Alcuni dei miei film preferiti di questo 2017 sono stati A Ghost Story (2017), di David Lowery Personal Shopper (2017), di Olivier Assayas; Split (2017), di M. Night Shyamalan; The babysitter(2017), di McG; e il francese Raw - Una cruda verità (2017), di Julia Ducournau. Nella lista si possono aggiungere ancora altri titoli, come Madre! (2017), di Darren Aronofsky e The Devil's Candy di Sean Byrne.
È presto ancora per poter opinare su cosa succederà quest'anno, ma ciò che è stato annunciato finora promette bene. Solo tra le grandi produzioni, avremo un nuovo Halloween che è un classico dell'orrore, eseguito da Blumhouse con il coinvolgimento di John Carpenter; una nuova versione di Nosferatu - il vampiro, diretta da David Eggers (The Witch, di 2015); e un Predator, diretto da Shane Black. Non ci resta che sperare per il meglio.