Continuano le diatribe in seguito alla Amoris laetitia, seconda esortazione apostolica di Papa Francesco, in cui si affrontano i temi di divorzio ed eucarestia. Tre vescovi Kazaki e altri illustri esponenti, hanno siglato un nuovo documento ufficiale dove accusano Sua Santità di eresia e difendono la matrice conservatrice della Chiesa cattolica. Recentemente, ha firmato la lista anche il vescovo viennese Laun, noto come il “leone di Salisburgo”, città dove gestisce un centro dedicato ai temi di famiglia e divorzio.

Come testimoniano le numerose testate giornalistiche in questi giorni, il 2018 si apre con una serie di focolai che preannunciano una divisione dottrinale in Vaticano e si scagliano contro le innovazioni del pontefice, riaprendo la questione dell’Amoris laetitia.

Ripercorriamo velocemente le vicende.

Ad opporsi al messaggio del pontefice, in un primo momento furono i cardinali Raymond Burke, Carlo Caffarra, Walter Brandmüller e Joachim Meisner, che sottoscrissero cinque dubia sul discorso del Papa con l’intento di ottenere risposte dal santo padre.

Ad essere inconcepibile, per tale gruppo di padri spirituali, è l’ambiguità delle affermazioni di Francesco a riguardo della possibilità per i divorziati e risposati di partecipare all’eucarestia, con il risultato di minare la moralità della Chiesa e il messaggio di Cristo.

Tuttavia, ai dubbi il Papa non ha mai risposto, creando un fulcro di tensioni all’interno non solo degli ecclesiastici, che si sono adoperati a rendere pubblica la questione ma anche di alcuni conservatori del clero e laici, che, a luglio 2017, hanno siglato un nuovo documento noto come Correctio filialis all’opera di papa Francesco.

In tale atto, si accusa il pontefice di aver promosso, durante il suo pontificato, sette proposizioni eretiche in parole, azioni e omissioni.

Inoltre, tre vescovi kazaki: Tomash Peta, Jan Pawel Lenga e Athanasius Schneider, hanno creato recentemente un documento ufficiale che corregge l’Amoris Laetitia, sottoscritto anche dai vescovi italiani Luigi Negri, Carlo Maria Vigagnò e dal cardinale lettone Janis Pujats, dove sottolineano l’indissolubilità del matrimonio secondo l’insegnamento della Chiesa, sostenendo apertamente che l’Amoris laetitia non sia altro che una scusante del divorzio e ,opponendosi a Papa Francesco e alla sua predisposizione ad una politica meno conservatrice.

Tra questi ecclesiastici, spicca Athanasius Schneider, che pronuncia parole dure a riguardo dei divorziati risposati, sostenendo che da essi nasceranno dei figli corrotti e adulteri e, accusa i vescovi sostenitori della ricezione dell’eucarestia dei separati, di essere trasgressori dei comandamenti di Dio e di mascherare, dietro motivi come quelli del buon pastore, il loro tradimento nei confronti di Cristo.

Athanasius, continua il suo discorso sostenendo che dietro il comportamento della Chiesa, vi sia il bisogno e la necessità di apparire conformi alle mode ed ai progressi culturali del tempo. Il suo allarmismo e quello della parte conservatrice della Chiesa, è stato alimentato dal quattordicesimo Sinodo della famiglia, in cui è emerso che la maggioranza dei vescovi ha votato a favore dell’eucarestia ai divorziati.

La disputa interna nella Chiesa cristiana non è conclusa.

Considerati i problemi che affliggono oggi come oggi l’Italia e il resto del mondo, potrebbero essere messi da parte le ostilità di religione.

Razionalmente parlando, le ideologie religiose, tendono a dividere e non ad unire, sfociano spesso in fanatismo e condizionano la vita che, per quanto si fantastichi a riguardo, è qui ed ora.

Piccoli e grandi conflitti scaturiscono a causa di supposizioni, di entità superiori che ci guidano o puniscono a loro piacimento.

Sembra che i chierici si siano intrattenuti personalmente con Dio, tanto da conoscerne pienamente il suo volere. Mentre tutti siamo dimentichi del fatto che, i testi sacri su cui si fondano le religioni, la cosiddetta “Parola di Dio”, altro non è che un pensiero trascritto da uomini, sicuramente illuminati ma pur sempre uomini.

È giusto che i vescovi affermino che il sangue dei divorziati sia impuro e peccaminoso?

Eppure da secoli, le ombre nere del peccato sovrastano anche le loro vicende: Inquisizioni, pedofilia, indifferenza.

A riguardo di questo ultimo punto, il Papa stesso ha parlato della comune diffusione di egoismo e di un culto dell’io, ma, la Santa Chiesa, non sembra essere da meno.

I suoi beni e le sue ricchezze, non vengono condivise per aiutare i più poveri o e le famiglie italiane in difficoltà. Ad ogni richiesta lo Stato Vaticano si è dimostrato sordo, però ,si è parlato spesso di aprire le frontiere agli stranieri che sbarcano continuamente in Italia, a discapito non delle loro santità, che non si preoccupano di tutta questa gente, ma degli italiani che devono aprirsi all’”accoglienza”.

Mentre l’intero clero, cullato in una spiritualità ricoperta d’oro, è esente dal pagamento delle tasse, molte persone non sanno come arrivare a fine mese. Tuttavia puntando il dito contro i chierici, ci si trova sempre innanzi la stessa risposta dei fedeli che giustificano il prelato con la solita frase: “Peccare è umano e anche loro sono fatti di carne”.

È stato proprio quest’ultimo, il peccato, la creazione più illuminante per le religioni monoteiste, un modo per avere tra le mani un’arma che servisse a tenere sotto controllo gli uomini e le donne. Ma è la paura della morte che permette al peccato di esistere, si tratta di due concetti indissolubilmente legati: non si compie peccato per non far sì che la propria anima, trapassata, possa essere dannata.

L'orfismo

Le origini del peccato,tuttavia, vanno ricercate in una religione addirittura pre-cristiana: l’orfismo.

Questa, era praticata soprattutto dai poveri e prevedeva il riscatto dell’anima e il ricongiungimento alla divinità nel momento della morte. Per raggiungere gli Dei, era necessaria una pena corporale (il corpo era materia corrotta) e, gli uomini del tempo, adoperavano pratiche ascetiche.

Ma, era comunque estraneo il significato del peccato.

Ritornando ad oggi, invece, per il cristianesimo i peccati sono vari e diffusi tra gli uomini e, i tre vescovi Kazaki, insieme ai conservatori della Chiesa, cercano di tutelare il credo da eventuali novità, opponendosi alle ideologie “moderniste” del Santo Padre.

Tuttavia, bisognerebbe chiedersi se questa apertura di Papa Francesco nei confronti di omosessuali, divorziati e emigrati non sia una manovra politica; la Chiesa sembra perdere sempre più consensi e il papa, potrebbe voler reclutare nuovi adepti.

Che sia un mondo laico e razionale la soluzione ad ogni conflitto?

Forse, potremmo spingere i nostri figli verso la cultura anziché addentrarli in un credo religioso.

Il sapere laico potrebbe essere la via verso il progresso e la verità?