Dalla sorella di Matteo Renzi alle schede "già votate", passando per gli insulti nordisti di Salvini ai giovani del Mezzogiorno. La campagna elettorale delle Elezioni Politiche 2018 è stata permeata di bufale e fake news che hanno fatto il giro del Web, entrando subdolamente nella testa degli italiani che si sono recati alle urne. Sia chiaro, chi scrive non vuole gridare al complotto, anche perché queste notizie hanno riguardato indistintamente ogni partito e ogni candidato. E' evidente, però, che questo metodo di fare disinformazione ha grande presa sugli italiani, fomenta il dissenso generale e porta l'elettore a una sfiducia totale nelle istituzioni.

Come funziona il meccanismo delle fake news

Il mondo dei social network, in particolare Facebook, il più utilizzato dagli aventi diritto al voto, è ormai diventato il principale metodo di informazione per chi non ha il tempo di guardare i telegiornali, magari per impegni lavorativi, o non si reca in edicola ad acquistare i quotidiani. Il linguaggio comunicativo dei social è veloce ed immediato, permette di ricevere informazioni senza cercarle, poiché esse appaiono automaticamente nella nostra bacheca, tramite pagine da noi seguite o condivise da altri. E' un linguaggio che non pone filtri se non quello dell'utente stesso, il quale, però, spesso non è cosciente, e non può esserlo, della veridicità della notizia.

Inoltre, chi utilizza il social network ha piena fiducia nel mezzo: i link delle fake news appaiono in mezzo a foto o video di gente reale, tasselli di vita vera condivisi da conoscenti, amici o parenti. L'utente si sente al sicuro.

Ma perché ha così tanta presa?

Chi si occupa di creare notizie false non è uno sprovveduto, conosce il livello di "stress politico" del suo pubblico e agisce su specifici nervi scoperti come il tema dell'immigrazione, degli stipendi dei parlamentari o delle false promesse dei candidati.

I fruitori leggono tutto ciò e si indignano, aumentando dentro di sé il rancore verso il sistema. Perché è più semplice credere alla figura del politico ladro e disonesto piuttosto che fermarsi a ragionare sui punti programmatici delle forze in campo, informarsi su ciò che è stato fatto e su ciò che si intende fare. L'aforisma di Lao Tsu, "fa più rumore un albero che cade piuttosto che una foresta che cresce" è più che mai calzante ed è una legge sociale da accettare, ma non per questo da non combattere.

Come difendersi dalla disinformazione

I possibili rimedi e le strategie difensive esistono e possono essere facilmente attuate. In primis, sarà banale, è necessario informarsi presso fonti affidabili, certamente ed inevitabilmente tendenziose ma pur sempre accertate. Inoltre, è possibile individuare le fake news e combatterle dall'interno. Esse, infatti, sono riportate da siti che nella denominazione rimandano a testate giornalistiche, cartacee o online, già esistenti e conosciute (ad esempio "Il Fatto.it" che richiama Il Fatto Quotidiano). In questo caso, l'utente può segnalare il link alle autorità di controllo del social network che provvederanno a rimuoverlo.