L'Italia oramai è dilaniata da moltissimi problemi: crescita economica inesistente, povertà, precariato e chi più ne ha più ne metta. Inutile dire che tutto questo ha portato l'apatia nella mente dei nostri giovani, quegli stessi giovani che oramai non riescono più a trovare il modo di andare avanti e cercare il proprio posto nella società. Sempre più spesso sentiamo parole come gioventù bruciata, gioventù senza futuro ecc. Eppure appare chiaro che il problema non è mai stato affrontato correttamente. Prima di tutto è bene dire che è in costante aumento il numero dei Neet, ovvero il termine inglese per catalogare tutti i giovani che non sono in cerca di lavoro e che non studiano; infine è bene ribadire che un trentenne su 3 vive grazie alla pensione dei genitori ormai anziani (senza essere autonomo).

Forse penseremo che il problema sia finito qui, ma se siamo di questo avviso sbaglieremo alla grande. La crisi giovanile va ben oltre i fattori economici poiché un altro fenomeno da tenere in considerazione è il fatto che i giovani italiani sono sempre più inclini a sviluppare patologie psicologiche come la depressione, Il disturbo ossessivo compulsivo, attacchi di panico cronici e tanto altro, Tutto questo ha spinto una moltitudine di ragazzi a cercare conforto dentro casa, senza uscire ed affrontare i problemi a quattrocchi.

Previsioni quasi apocalittiche dell'Italia di domani

L'Italia sta perdendo una grandissima opportunità poiché i giovani che rientrano nelle casistiche appena menzionate hanno difficoltà a partecipare a pieno nella società dei grandi, quella stessa società che ha proprio bisogno di forze nuove per poter superare la crisi economico-finanziaria che sta investendo l'Italia da ormai 10 anni.

Se le cose non cambieranno velocemente, la futura Italia sarà un paese governato dai pochi che sono estranei a tutti questi problemi. I futuri uomini e le future donne avranno sempre meno potere decisionale sulle dinamiche politiche, economiche e sociali della nostra cara amata Italia poiché la loro emancipazione sarà solamente parziale e frammentata e non più assoluta come invece ci si aspetta da uno Stato democratico.

Come si può uscire da tutto questo?

Non esiste una risposta univoca, perciò è bene trattare ogni aspetto senza tralasciarne alcuno. Sul fronte dei problemi psicologici sarebbe auspicabile un'intervento della sanità pubblica che investa e formi sempre più personale, preparato per poter aiutare i nostri giovani, se riusciremo a far questo grande passo potremmo già guardare altrove.

Sul fronte dell'economia invece è necessario un piano serio di aiuti alle imprese che assumono giovani, inoltre sarebbe opportuno ridisegnare il modello scolastico delle scuole superiori e dell'università riuscendo inoltre ad assicurare un miglior inserimento nel mondo del lavoro (qui in specifico si parla di una modifica migliorativa del decreto della buona Scuola).

Ora che abbiamo posto le basi su cosa dovrebbe fare lo Stato è bene aprire una piccola parentesi sul contesto personale: qui è bene ricordare ai giovani che sono essi stessi il futuro poiché anche se sembra scontata come frase appare veritiero che questo concetto si sta perdendo per strada. In questo caso è bene una responsabilizzazione del giovane che deve capire che egli ha sì dei diritti, ma ha anche dei doveri, perciò è auspicabile che il giovane si renda conto di cosa è in grado di fare in questo momento in modo tale da potersi prefiggere degli obiettivi perché una gioventù senza meta non può considerarsi tale.