Da giorni la polemica sull'abolizione del numero chiuso alla facoltà di Medicina rimbalza da un Social all'altro. Esponenti politici e non, si sono espressi in merito. Ma cosa ne pensano gli studenti universitari di oggi? Molti sono contro l'abolizione del test, "Ovvio, loro sono passati", hanno replicato i più sui Social proseguendo con un "Si tratta di garantire a tutti il diritto allo studio".
La qualità del diritto allo studio che fine farebbe?
Un po' di dati possono aiutarci a fare chiarezza su questo dilemma. Nel caso specifico di Medicina, quest'anno sono stati 67 mila i candidati interessati ad accedere ai servizi universitari.
I problemi di base che si pongono sono i seguenti:
- Gli spazi. Per una corretta gestione delle lezioni servono aule adatte, gestire 67 mila persone in una o più sedi vuol dire avere un numero adeguato di posti aula e di professori per le lezioni. Molto spesso vengono usate sedi quasi irraggiungibili, prive di laboratori o sale mensa.
- I costi. Quanto costa uno studente universitario allo stato? In media vengono spesi circa 30 mila euro all'anno per ogni studente universitario (per gli stipendi dei docenti, le spese locali e i servizi universitari offerti). Le tasse universitarie pagate coprono solo una minima parte dei costi. Senza il numero chiuso lo stato dovrebbe coprire costi elevati quasi impossibili da sostenere.
- I tirocini. I numero di stage e tirocini, specie nell'ambito medico, è ridotto e spesso non permette a tutti di partecipare, circostanza che crea un ostacolo al raggiungimento degli obiettivi prefissati.
- Il lavoro. Ogni anno il nostro paese regala, nel vero senso della parola, medici ai paesi esteri. Questo accade perché la domanda supera l'offerta e i tempi per trovare lavoro si allungano. In Italia un laureato impiega in media cinque anni prima di trovare un lavoro stabile, mentre in Paesi come la Germania o la Francia il tempo si riduce ad un anno.
Il problema delle università e del diritto allo studio non è il numero chiuso.
L'italia riserva all'istruzione universitaria una spesa del 28 per cento più bassa rispetto a molti altri paesi europei ed è questo il dato che maggiormente incide.
Prima di incrementare l'accesso universitario, si dovrebbero migliorare le condizioni della qualità del diritto allo studio.
Tutto questo corrisponde ad un circolo vizioso: il numero chiuso rappresenta oggettivamente un ostacolo perché impedisce a molti giovani di inseguire i propri sogni, ma per alcuni sussistono ragioni a favore di questa limitazione.