Tra i vari paragrafi della legge di bilancio per il 2019 è stata inserita la proposta di cancellare il numero chiuso dalle facoltà di Medicina in italia, abolendo il test d'ingresso e permettendo la libera iscrizione ad un corso universitario di medicina.
I pro e i contro del numero chiuso
Il test di ingresso alla facoltà di Medicina è sempre stato oggetto di critica, soprattutto da parte degli studenti che, per un motivo o per l'altro, non riuscivano a rientrare nella rosa finale dei nomi ammessi al corso di studi. Tra le principali critiche al numero chiuso, quella del baronaggio e delle raccomandazioni, che vede l'assegnazione di posti ad alcuni studenti prima ancora che il test fosse eseguito, escludendo quindi alcuni studenti meritevoli in favore di altri, forse meno meritevoli, forse più meritevoli, ma il cui ingresso alla facoltà era dovuto principalmente al proprio cognome e alle proprie amicizie di famiglia.
Dall'altra parte, i detrattori del numero aperto a Medicina fondano la propria opinione sul caos che affolla i numerosi corsi a numero aperto tra le facoltà di Ingegneria, Giurisprudenza e i vari corsi umanistici, evocando l'immagine delle enormi aule affollate e delle interminabili sessioni d'esame in cui un singolo docente deve esaminare diverse centinaia di studenti al giorno, riducendosi spesso a liquidare lo studente con poche domande e un voto standard. E se questo è un problema in una facoltà umanistica, dove dalle competenze e conoscenze dello studente non dipendono vite umane, in una facoltà di Medicina uno scenario di questo tipo diventa disarmante e pericoloso.
Più studenti significa più tirocini
Uno dei vantaggi del numero chiuso rispetto al numero aperto, nelle facoltà di Medicina, riguarda una fase importantissima del percorso di studi dei futuri medici ovvero i tirocini: le università e le facoltà di Medicina collaborano con ospedali per permettere agli studenti di iniziare a fare esperienza sul campo ed entrare in contatto per la prima volta con malati e pazienti.
Il sistema dei tirocini si fonda su di un'informazione preliminare fondamentale, che verrebbe a mancare in caso di numero aperto. Il numero esatto degli studenti che dovranno praticare il tirocini e soprattutto un numero limitato di studenti che, con il superamento del numero chiuso, saranno molti di più. Basti pensare che, nel 2018, gli studenti che hanno tentato il test di ingresso sono stati circa 90mila, ma i posti disponibili e di conseguenza gli studenti ammessi sono stati soltanto 9mila.
Immaginate una corsia d'ospedale in cui un medico, a cui sono stati affidati alcuni tirocinanti, si muove ed è seguito da un gruppo di studenti, generalmente composto al massimo da dieci individui. Entra in una stanza, visita e fa visitare il paziente dagli studenti, per poi interrogarli sulle condizioni cliniche del paziente. Immaginate ora la stessa identica situazione, la stessa identica scena, ma con un unica differenza: invece di dieci studenti di Medicina ce ne sono cento.
Per il paziente diventa imbarazzante, diventa stressante e diventa opprimente. Immaginate cento persone in una stanza intorno al letto di un anziano col catetere. Allo stesso tempo per il docente, per il medico, diventa stressante, caotico, difficile da gestire e infine, ma non meno importante, per lo studente l'esperienza non è formativa e questo rischia di andare a danno del paziente, dell'ospedale, dell'università e dello studente stesso.