L'Italia, terra di poeti, santi e contraddizioni, soprattutto contraddizioni. Secondo un recente sondaggio sull'Europa e sull'euro, l'Italia risulta essere il paese comunitario più euroscettico, con una percentuale di sfiducia da record. Stando ai dati del sondaggio, l'Italia è l'unico paese europeo in cui più del 24% della popolazione non è soddisfatta dell'Europa e delle politiche comunitarie, battendo contro ogni previsione il record segnato dal Regno Unito, che con il suo 53% e l'unico paese comunitario, ad oggi, ad aver avviato una procedura di uscita dall'Unione Europea e che nei prossimi mesi potrebbe diventare il primo paese ad aver effettivamente lasciato la Comunità Europea.

L'Italia batte anche la Grecia, dove l'Europa è vista come il demone oscuro dal quale è impossibile svincolarsi per i troppi debiti e che da oltre un decennio ha portato miseria e disperazione nella terra che vide la nascita della poesia, della filosofia e dell'arte.

Sfiduciata l'Europa ma non l'Europarlamento

Per gli italiani il Parlamento Europeo, uno dei pilastri democratici della Comunità Europea, è forse uno dei pochi organi comunitari a godere ancora di un minimo di fiducia, o meglio, a non essere sfiduciato, poiché la maggioranza degli intervistati (circa il 43%) ha espresso un parere neutrale, definendolo come un organo asettico, senza troppi meriti né responsabilità. D'altra parte, circa il 32% degli italiani ha espresso un parere positivo nei confronti del parlamento europeo, mentre soltanto il 21% ha espresso un parere critico e negativo.

Euroscetticismo non significa Italexit

Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare dal quadro appena tracciato gli italiani, anche i più critici, non sembra essere molto incline all'ipotesi di un uscita dalla Unione Europea né all'abbandono della moneta unica europea, che anzi gli italiani sembrano apprezzare particolarmente: infatti il 66% degli intervistati si è dichiarato favorevole all'euro.

In Italia euroscetticismo sembra essere sinonimo di rinnovamento e riorganizzazione della Comunità europea, gli italiani sono scettici e sfiduciati dalle meccaniche europee ma non dall'idea di Unione Europea e solo il 24% degli intervistati vorrebbe l'uscita dall'Unione Europea, mentre il 32% degli intervistati si dice momentaneamente indeciso.

Per quanto riguarda invece il rinnovo e la riorganizzazione europea, il 48% degli intervistati vorrebbe un'Unione Europea paradossalmente più forte e incisiva di quella odierna, un'Unione Europea dotata di un parlamento più rappresentativo e presente e soprattutto dotato di un maggiore potere decisionale, così che l'Unione futura possa giocare un ruolo più significativo nel panorama continentale e globale, abbracciando l'idea di un Europa Federale. Dall'altra parte invece, il 27% degli intervistati vorrebbe un ridimensionamento dei poteri degli organi comunitari in favore di un incremento del potere decisionale e interpretativo delle direttive europee da parte dei singoli paesi che compongono la comunità europea, spingendo verso quella che potrebbe apparire come una Confederazione Europea.