Per Marco Travaglio, Silvio Berlusconi è forse la cosa che più si avvicina all'anticristo, un demone che per oltre un quarto di secolo è stato direttamente o indirettamente protagonista della Politica italiana ed è proprio nella critica a Berlusconi che Travaglio ha costruito il proprio successo e la propria fortuna editoriale come scrittore e giornalista. Negli ultimi anni Marco Travaglio ed il suo giornale hanno più o meno velatamente supportato le idee e le proposte politiche del Movimento 5 Stelle, almeno fino allo scorso 2 giugno, quando il Movimento fondato da Beppe Grillo ha stretto un alleanza con la Lega di Matteo Salvini, per andare al governo.

Da quel momento in avanti i toni dell'erede spirituale di Enzo Biagi e direttore del Fatto quotidiano, sono diventati sempre più aspri e duri nei confronti del neonato governo giallo-verde. I vari condoni proposti dal governo in campo edilizio e fiscale sono stati la goccia che ha fatto definitivamente traboccare il vaso, spingendo Travaglio a dichiarare, nell'editoriale pubblicato martedì 16 ottobre che, i condoni proposti da Lega e Movimento 5 Stelle sono una vergogna e che persino Berlusconi, il suo amato ed odiato Berlusconi, ai suoi tempi, aveva più pudore.

Berlusconi aveva più pudore di Di Maio e Salvini?

La mancanza di pudore di Di Maio e Salvini per Travaglio riguarda soprattutto i condoni edilizi, voluti dal governo e scovati dai giornalisti del Corriere della sera tra le pagine del cosi detto "decreto Genova".

Tra le pagine del decreto che dovrebbe occuparsi principalmente della crisi di Genova legata al crollo del Ponte Morandi, i giornalisti del Corriere hanno scovato un "decretino" relativo all'isola di Ischia, colpita da un terremoto appena un anno prima del crollo del ponte Morandi e, secondo questo decreto, fanno sapere dal Corriere, è previsto un condono tombale per le case abusive ancora in piedi, sarebbe inoltre previsto per i residenti dell'isola, un contributo per la ricostruzione o per la ristrutturazione, delle abitazioni crollate in parte o del tutto a seguito del terremoto, siano esse totalmente abusive, parzialmente abusive o regolarmente edificate, per il governo non c'è differenza, ogni singola abitazione di Ischia dovrà essere ricostruita o ristrutturata con l'aiuto dello stato.

Insomma, il decreto Genova prevede il condono e aiuti finanziari per circa 30 mila edifici, costruiti abusivamente e censiti nel 2016 da Lega Ambiente.

Per Marco Travaglio questo nuovo condono è molto più spudorato, molto più ampio e decisamente meno discreto, rispetto ai due condoni tombali voluti da Silvio Berlusconi nel 1994 e nel 2003.

Un condono tira l'altro

Visto che il tema centrale dell'editoriale sono i condoni, il direttore del Fatto Quotidiano ne ha approfittato per spendere qualche parola in merito all'altro grande condono voluto da questo governo, un condono mascherato da qualcos'altro, ma non si sa bene esattamente cosa, mediante un cambio di nome e l'utilizzo del termine "pace fiscale" al posto del tanto temuto termine "condono", e questo perché agli italiani non piace parlare di condoni, ma gli piace che vengano fatti. Usare nomi nuovi per vecchie pratiche politiche è ormai una prassi per il governo giallo verde, che ha fatto propria l'arte di simulare un cambiamento nella natura stessa delle cose, attribuendo ad essa un nome differente, ma nella sostanza, facendo esattamente ciò che si è sempre fatto.

Del resto in questo gattopardiano mondo dalle shackespiriane sfumature, ciò che noi chiamiamo con il nome di rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo, e cambiando parzialmente nome ad un condono fiscale, rendendolo una "pace fiscale", i suoi effetti rimarranno gli stessi di sempre, ma il suo tanfo trasmuterebbe in un dolce profumo di rosa.

Per Travaglio il condono giallo-verde è dunque un regalo soprattutto per gli evasori, poiché il tetto massimo di 100 mila euro di debiti col fisco, pur essendo relativamente basso, non è sufficiente a distinguere realmente chi si è trovato in una situazione di difficoltà da chi invece ha fatto il furbetto, in quanto 100 mila euro sono poco meno dell'IVA che dovrebbe versare un azienda dal fatturato di circa mezzo milione di Euro, e questo non è certo il fatturato di una piccola impresa o di un azienda a conduzione familiare.

Sotto il tetto dei 100 mila euro, per Travaglio, si annidano numerosi evasori fiscali e la cosiddetta pace fiscale, che nei propositi del governo vuole mettere fine alla guerra tra lo stato e gli evasori, sembra quasi più punitiva nei confronti degli onesti lavoratori e cittadini che in questi anni ha regolarmente pagato le tasse, rispetto a chi invece, ha preferito fare il furbo.