L'annuncio è stato quasi inaspettato: ieri la Niantic ha rilasciato un primo trailer del gioco "Harry Potter: Wizards Unite" e ha aperto il sito dedicato per una pre-registrazione online. L'uscita ufficiale è in programma per il 2019, data ancora molto vaga, ma preoccupano i pericoli che questa nuova app in realtà aumentata potrebbe portare con sé, come già accaduto con Pokémon GO.
Un grande mistero da risolvere
Secondo le primissime informazioni, il nuovo titolo mobile di Niantic (che sarà disponibile per Android e iOS) avrebbe come obiettivo principale all'interno del gameplay quello di risolvere un grande mistero, usando, naturalmente, tutti gli incantesimi conosciuti nei libri e nei film della saga.
Inoltre, i "maghi" che decideranno di "arruolarsi" nella task force istituita dal Ministero della Magia dovranno cercare di arginare un entità nota come 'Calamità'. Ricordiamo che l'esperienza di gioco non sarà limitata alle mura domestiche; la caratteristica di Niantic, infatti, è quella di rilasciare giochi in realtà aumentata. Tutti i fan, quindi, avranno l'opportunità di giocare in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, trovando sempre nuove sfide e nuovi indizi per il mistero da svelare.
Realtà aumentata e realtà concreta
Come già visto in Pokémon GO, Niantic ha saputo stravolgere il mondo dei giochi mobile con le sue app basate sulla realtà aumentata e ha saputo regalare a tutti il sogno di vivere la propria serie preferita nel mondo reale.
Dall'altro lato, però, ha creato non pochi problemi: è logico pensare che un fan appassionato di una saga, una volta provata questa nuova esperienza che combina il mondo fantastico di quella sua saga con il mondo reale, sia progressivamente più interessato al gioco che al mondo esterno. Il grande problema nasce quando il giocatore, per usufruire della funzionalità AR dell'app, si muove in un luogo pubblico, creando molte volte pericoli, sia per lui che per le persone che gli sono intorno.
Viene da chiedersi, allora, fino a che punto si può elogiare questo tipo di gameplay e quando è necessario dargli uno stop.
Non sarà certo Niantic a dover risolvere questo problema, in quanto dare agli appassionati una nuova esperienza di gioco rappresenta il suo lavoro. Piuttosto, forse, ognuno di noi dovrebbe segnare confini precisi tra una realtà virtuale (di fatto l'app si usa sullo schermo di uno Smartphone) e una realtà concreta. Non solo per preservare noi e gli altri da pericoli di qualsiasi natura, ma anche per non lasciarsi assorbire da quello che resta un mondo immaginario.