Ci sono coincidenze che sembrano fatte apposta. La messa in onda in contemporanea di due Serie TV apparentemente diversissime per temi, epoche di ambientazione e network di trasmissione, induce a più di una riflessione e più di un confronto. Scoprendo che in realtà c’è un fil rouge che le lega e riverberano sul presente più di quanto si possa immaginare.

Doppia coppia da record

Parliamo di ‘Baby’, lanciata in gran spolvero su Netflix e ‘L’amica geniale’, record di ascolti su Raiuno (visibile anche su TimVision e RaiPlay in streaming). Due titoli che sul finire del 2018 si candidano ad essere le più popolari – criticata la prima, osannata la seconda – e per questo meritevoli di un’analisi che travalica il prodotto e la sua realizzazione.

Ritratti entrambe di una generazione adolescenziale difficile, combattuta, nonostante le estrazioni sociali opposte e le diverse epoche di collocazione. Due coppie di adolescenti contrapposte, che trovano nell'amicizia una boa di salvataggio. Ma anche una staffetta ideale e inaspettata tra la serie in onda sulla classicissima Raiuno e la più moderna Netflix.

I vizi della Roma bene

In ‘Baby’ si vuol richiamare lo scandalo delle baby-squillo che sconvolse la Roma bene nel 2013, anche se poi la rappresentazione tende a lasciare la prostituzione minorile sullo sfondo per prediligere le pieghe dell'insoddisfazione adolescenziale causata, secondo la tesi un po' tranchant della serie, dai genitori e dalla scuola.

Sono gli adulti a indurre le ‘vittime’ minorenni a cercare vizi sempre più forti. E più si sale nell'alta società, più la voglia di fuga è forte. Uno scandalo, quello delle baby-accompagnatrici, quasi dimenticato ma non per questo affievolitosi, che la serie Netflix ha il merito quantomeno di far riemergere.

L'arte di arrangiarsi nel Dopoguerra

Nella serie tv ‘L’amica geniale’ si racconta un’amicizia nata nella polvere e nella povertà del Dopoguerra, dove anche ‘vedere il mare’ era una conquista, così come comprare un libro o continuare gli studi. Tutto l’opposto di ‘Baby’: la serie coprodotta da Rai e HBO, già rinnovata per una seconda stagione, è un dispendio di valori dimenticati in un’epoca che in pochi ricordano e che si fatica a trovarne traccia sui libri di scuola.

Una sorta di ‘Cuore’ aggiornato all'epoca dello streaming tratto dall'omonimo bestseller di Elena Ferrante. Un’opera da proiettare nelle scuole (magari nelle stesse ritratte da ‘Baby’, impedendo l’uso dei cellulari mentre vi si assiste!), tanto per ricordare i sacrifici e le lotte per i propri diritti che la generazione ‘Baby’ ha dimenticato, se mai conosciuto, così in affanno per l’ultimo iPhone o la macchina elettrica costosa regalata dal papino per non avere scocciature.

Volti simbolo delle angosce minorenni

Nota di merito per le due coppie (anzi, tre) di protagoniste: Benedetta Porcaroli e Alice Pagani di ‘Baby’ si specchiano con Ludovica Nasti-Elisa Del Genio e Gaia Girace-Margherita Mazzucco ne ‘L’amica geniale’, le prime interpreti da bambine, le seconde da adolescenti.

Tutte capaci di dar volto e corpo alle ansie e ai tormenti adolescenziali che in un presente in cui si muore a un concerto in discoteca come a Corinaldo suggeriscono di trovare nelle pieghe di un passato dimenticato o più recente antidoti e riflessioni da condividere, magari, per una volta, con i genitori.