Ha chiuso la 203^ Stagione Lirica del Teatro Sociale di Rovigo L'Elisir D'amore di Gaetano Donizetti, la celebre opera composta su libretto di Felice Romani, andata in scena nella sera di sabato 9 febbraio e nel pomeriggio di domenica 10 con un incontro previsto per il Teatro Ragazzi l'8 febbraio nell'ambito del progetto pedagogico dedicato alle scuole. Soave e roboante, la musica di uno dei maggiori operisti dell'Ottocento italiano è scesa a picco nel coinvolgimento degli spettatori che hanno elargito applausi a scena aperta e nel saluto finale.

Il tenore Marco Ciaponi, nel ruolo di Nemorino, durante il secondo atto del sabato ha dovuto replicare la notissima aria "Una furtiva lagrima" interpretata con una forza vocale molto limpida e densa, in un pathos naturale e misurato che il pubblico ha immediatamente percepito richiedendo la sosta dello spettacolo ed il bis. Con questo stesso brano Ciaponi ha partecipato nel 2017 al Concorso Internazionale di canto lirico dedicato a Renata Tebaldi.

Una grande prova corale con l'Orchestra Sinfonica 'Città di Grosseto'

L'opera è definita un "melodramma giocoso", avvinta intorno ai portentosi effetti dell'elisir che fa innamorare, una storia che ancora incanta, proposta con freschezza ed irruenza dal Coro Lirico Livornese, diretto da Flavio Fiorini e dall'Orchestra della Città di Grosseto del Maestro Marco Severi.

La regia dello spettacolo è di Ludek Golat con un esito tonante e variopinto che bene ha incarnato la vocazione comico-sentimentale del dramma musicale, in una coproduzione della Fondazione Teatro Goldoni di Livorno e del Teatro Sociale di Rovigo. L'allestimento si è svolto in collaborazione con il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.

Hanno dimostrato empito e dinamismo vocale tutti i cantanti del cast doppio dal momento che le recite si sono susseguite a meno di 24 ore di distanza l'una dall'altra: Paola Santucci/Silvia Lee (Adina); Tatsuya Takahashi/Marco Ciaponi (Nemorino); Sergio Bologna/Matteo D'Apolito (Dulcamara). Giannetta, invece, è stata interpretata da Maria Salvini e Belcore da Valdis Jansons dal momento che l'altro interprete Italo Proferisce ha dovuto rinunciare alla recita per malattia.

Un Elisir che vola fino ai giorni nostri

I costumi di scena erano svincolati da una ricostruzione storica strettamente ottocentesca con personaggi femminili in shorts accanto ad abiti più morbidamente retrò ma di stile a noi più vicino. Erano presenti anche dei Pierrot estrosi e volteggianti a simboleggiare con ironia le malinconie dei sentimenti più riposti. Molto luminoso e liberatorio il quadro finale all'interno del quale gli intrighi del misterioso filtro d'amore sono dissolti e le coppie trovano i corretti aggiustamenti. Un po' a sorpresa si è alzata anche una bandiera con il volto di Che Guevara. Dopo tutto, una delle frasi celebri attribuite al rivoluzionario argentino dice che "La durezza di questi tempi non ci deve far perdere la tenerezza dei nostri cuori".