Ieri, in prima serata su Rai 1, è stato mandato in onda il film intitolato 'Io sono Mia', interpretato dalla cantante ed attrice Serena Rossi, partenopea dall'animo caloroso e coinvolgente. Il film, diretto dal regista Riccardo Donna, racconta la storia della cantante Mia Martini (nome di battesimo Domenica Bertè) e ci mostra nel dettaglio l’esordio della sua carriera, con brevi scorci della nascita della sua grande passione sin da bambina, per poi arrivare passo dopo passo al giorno che ha segnato un’epoca e che ha segnato la carriera stessa della cantante: l’esibizione con “Almeno tu nell’universo” sul palco del teatro Ariston al celebre Festival di Sanremo il 22 febbraio del 1989.

La storia di Mia Martini

L’intera storia è raccontata secondo la prospettiva della stessa Mia in un’intervista con un'ambiziosa giornalista, interpretata da Lucia Mascino, che arriva a Sanremo per incontrare l’ospite tanto atteso Ray Charles e che incontra Mia soltanto per non restare a mani vuote, accontentando con poca convinzione la richiesta del suo superiore. La giornalista, però, finirà per essere trasportata dalla storia della cantante, restando ad ascoltarla durante le ore che la dividono dalla sua esibizione al Festival. “Io sono Mia” è la storia di un’artista che, come tanti altri, o forse di più, ha accompagnato e continua ad accompagnare tantissime generazioni, le sue canzoni, a tutt’oggi, fanno da sottofondo alle storie d’amore, le persone continuano a sognare un amore vero e puro come quello che trapela dai testi dei suoi brani.

Il film, però, narra anche un’altra storia ed insegna qualcosa in particolare che nessuno dovrebbe mai dimenticare.

Il periodo oscuro della carriera: l'etichetta di 'porta sfortuna'

Sin dagli esordi della sua carriera Domenica Bertè, poi diventata Mia Martini, è stata etichettata, per delle stupide ed assurde ragioni, come una donna che “portava sfortuna”, le persone storcevano il naso di fronte la sua immagine, non nascondevano gesti scaramantici e, addirittura, evitavano di essere negli stessi luoghi in cui era anche lei.

L’ignoranza e la cattiveria sono stati i demoni che hanno segnato la carriera e la vita di Mia Martini, che hanno tentato in tutti modi ed in parte ci sono anche riusciti, di privarla di ciò che più amava al mondo: la sua musica, le canzoni che voleva cantare. Persone invidiose ed ignoranti hanno puntato il dito contro un’artista, volevano privarla del suo essere e di tanto altro.

Mia Martini ci ha provato ad essere più forte, ci ha provato a reagire e un po’ c’è riuscita, perché le impronte su quel palco di Sanremo ce le ha lasciate davvero. Ma le ferite che quelle stesse persone le hanno provocato non le avrebbe mai dimenticate, l’hanno cambiata nel profondo e forse l’hanno anche spenta.

'Io sono mia' ed il suo insegnamento

Serena Rossi ha interpretato alla perfezione non solo le sue esibizioni canore, non ha ricordato Mia nei suoi modi di fare, nel modo in cui increspava le labbra nel cantare, ma ha messo alla luce, forse davvero per la prima volta, la sofferenza che l’ha accompagnata passo dopo passo, che l’ha costretta a fermarsi. Si dice ancora tanto sulla sua morte, ma l’unica cosa vera e che sappiamo con certezza è che l’ignoranza, i pregiudizi e la violenza la stavano privando di ciò che più amava al mondo.

Gli stessi motivi che, diversi anni dopo, hanno tentato di oscurare anche la vita e la carriera del cantante Marco Masini, etichettato da nuove persone come “iettatore”. Fa bene pensarci ogni tanto, a certe cose, a quanto delle stupide prese in giro possano segnare la vita di una persona. Pensateci.