Le parole con le quali il leader dell'Alde, Guy Verhofstadt, ha definito "burattino" il presidente del Consiglio italiano, riprese e condivise sui social da larga parte del ceto politico di Pd e Forza Italia, non potranno che suscitare negli italiani un sentimento di solidarietà nei confronti del premier. Sfugge, infatti, agli esponenti delle opposizioni che in quel contesto internazionale Giuseppe Conte impersonava il Paese, non due forze politiche; era lì per portare la voce dell'Italia, non quella di Salvini e Di Maio. E sfugge pure che l'attacco è venuto da un esponente politico come Verhofstadt che sostiene quasi acriticamente le politiche economiche di Bruxelles, improntate spesso ad un rigore fine a se stesso che - com'è noto - dalle nostre parti non trova affatto tutto questo consenso.

L'autolesionismo delle opposizioni

E' evidente che i partiti di opposizione rischino così di non andare molto lontano. Bearsi delle irrisioni e degli insulti dei politici di altri Paesi è puro autolesionismo, specie quando questi vengono fuori nei contesti internazionali, in particolare in quelle istituzioni europee percepite da larga parte degli italiani come fautrici dell’impoverimento della classe media e coautrici della crisi economica che ha colpito il vecchio continente. Temi, questi, che infiammeranno ulteriormente una campagna elettorale per il rinnovo del parlamento europeo che già adesso ha toni decisamente alti. Non a caso il presidente del Consiglio Conte, rispondendo alle invettive del politico belga, ha parlato di politici asserviti alle lobbies e agli interessi delle banche.

Matteo Salvini, dal canto suo, ha chiesto a Verhofstadt di preparare gli scatoloni, prevedendo la vittoria delle forze che, non solo in Italia, avversano le politiche del rigore fin qui praticate dalle istituzioni europee.

Difficile non rilevare, inoltre, che l'ampio risalto dato alle parole di Verhofstadt scaturisce da un provincialismo duro a morire, in ragione del quale una posizione Politica ha in sé un valore più alto per il solo fatto di essere espressa da chi è nato e vive oltreconfine.

Verhofstadt è un politico autorevole, ma pur sempre un politico al pari di un qualsiasi leader di partito italiano. Il fatto che sia stato lui a dare del burattino a Conte non conferisce alcun valore all'insulto. Anche perché, qui o all'estero, qui o in Belgio, qui o a Strasburgo, l'insulto qualifica sempre chi lo fa.