Molti temevano che l'Europa sarebbe uscita con le ossa rotte dal 26 Maggio. La verità è che in Italia l'onda verde della Lega, quasi uno tsunami, è andata ben oltre il 30% dei sondaggisti. Ma solo in Italia. Il M5S ha subito una caduta psicologicamente dura da assorbire. Il PD, invece, tiene botta e torna protagonista nelle grandi città, in passato abbandonate, come Roma, Milano, Firenze, Livorno e altre.

I toni trionfalistici con cui Salvini ha accolto i risultati dello spoglio, però, rischiano di tradursi in un nulla di fatto, proprio in virtù della nuova composizione del Parlamento Europeo, per nulla favorevole ai sovranisti.

Salvini vince la battaglia, ma perde la guerra

Matte Salvini ha vinto la battaglia italiana, ma ha perso la guerra europea. L'attacco lanciato dalle forze sovraniste e nazionaliste della Le Pen, Orbàn, Visegrad, Salvini e Farage è fallito. L'Europa, per il momento, è salva.

La potente affermazione della Lega in Italia, infatti, non va ad incidere in maniera significativa nella composizione del nuovo Parlamento Europeo.

Vero è che, per la prima volta dal 1979, il PPE e il PSE non ottengono la maggioranza dei seggi, ma allo stesso tempo i sovranisti dell'Enf ne conquistano solo 58 sui 751 totali. Paradossalmente, saranno invece i Verdi e i Liberali di ALDE ad essere il vero ago della bilancia nella formazione della nuova maggioranza a Strasburgo.

L'impressione è che la cavalcata trionfante degli antieuropeisti si blocchi alle frontiere dei propri paesi. Quelle stesse frontiere a cui loro tengono particolarmente, difendendole strenuamente, come nel caso di Orbàn, con la costruzione di muri che simboleggiano quanto di più lontano esista dai principi ispiratori dell'Unione Europea.

Farsi portatori di un mandato popolare,intestandosi il compito di modificare le regole che disciplinano la vita dell'Unione Europea, sembra infatti destinato a rimanere solo uno slogan. Impossibile contare nel Parlamento Europeo con soli 58 seggi su 751. Ma la situazione, per Salvini & co. potrebbe persino peggiorare. Qualora si dovesse giungere alla formazione di un gruppo che comprenda anche Nigel Farage, in caso di Brexit, il fronte sovranista si indebolirebbe ulteriormente.

Verrebbero infatti meno i 29 europaramentari del leader del Brexit Party.

Salvini leader, ma dell'opposizione

Salvini sarà quindi leader in Europa, ma dell'opposizione. Numericamente impossibile un'alleanza che ricomprenda i conservatori dell'Ecr. Volendo ipotizzare una ampissima coalizione delle varie destre tra PPE, Ecr e Enf, questa raggiungerebbe i 340 parlamentari. La soglia minima per poter governare il Parlamento è di 376.

Il destino di Salvini, in Europa, è inversamente proporzionale a quello che sembra prospettargli il Belpaese. Leader in patria, continuando ad erodere e a rubare consensi al M5S pur rassicurando Di Maio sulla prosecuzione dell'esecutivo, ma relegato tristemente all'opposizione nel Parlamento Europeo.

Salvini ha vinto la battaglia italiana, ma ha perso quella europea.