Nato a New York e cresciuto nel New Jersey, Anthony Bourdain figlio di un dirigente della Columbia Records e di un’editrice del New York Times, si diploma al Culinary Institute of America, dopo aver deciso di abbandonare l'università. Lo caratterizzerà una vita di eccessi, soprattutto legati al suo mondo lavorativo, ma anche di denunce ad un sistema che troppe volte ti fa perdere il senso della vita, soprattutto per chi lavora in cucina.

Da cuoco a star il passo è breve

Inizia così la sua decennale carriera, prima come cuoco in alcuni famosi ristoranti di Manhattan, come la ''Brasserie les Halles'', poi diventando una vera star della TV e dell’editoria, tanto che tra i suoi articoli pubblicati per i più conosciuti quotidiani americani, uno in particolare cattura l’attenzione mediatica : "Don’t eat before reading this’’ pubblicato sul New Yorker nel 1999.

Proprio grazie a questo articolo Bourdain diventerà protagonista della serie ‘’Antony Bourdain: il viaggio di un cuoco’’, in cui visiterà paesi esotici alla ricerca della cultura e cucina tipica. Questi viaggi lo ispireranno nella scrittura dell’omonimo libro "Antony Bourdain: il viaggio di un cuoco" che vinse il premio Guild of food Writers award for food book of the year. Seguito da altre numerose pubblicazioni come Gone Bamboo, Avventure agrodolci e Tokyo redux.

Sotto la facciata da anchor man si celava un uomo fragile

Due mogli da cui ha divorziato e una figlia, fino alla tanto chiacchierata relazione con Asia Argento di 18 anni più giovane di lui, a cui è stato molto vicino durante il periodo legato alle vicende delicate che la hanno vista protagonista della denuncia relativo allo scandalo del produttore Weinstein.

In Kitchen Confidential svela la parte più drammatica e debole della sua vita e del suo lavoro, denunciando di aver fatto uso di sostanze stupefacenti durante i suoi anni lavorativi nei ristoranti per sostenere i duri orari di lavoro. Soffriva per non avere tempo da passare con la sua famiglia e l'unica cosa che desiderava era una vita normale.

Dopo la nascita della figlia Ariane pensava di aver trovato finalmente una stabilità, che però era solo apparente dato l’epilogo tragico. La morte che definiva ''pensiero fisso'' al New york times, è diventata così realtà l'8 Giugno 2018.

Troppe volte ormai si sentono storie di cuochi che non ce la fanno, come se non reggere a dei ritmi disumani di lavoro fosse una vergogna, lo stato di alienazione di questo lavoro è tale che la solitudine diventa uno status quo e provare a condurre uno stile di vita come quello delle altre persone un miraggio. Dovremmo essere tutti più uniti e non farci travolgere da un sistema malato che pensa sempre e solo al guadagno a discapito della vita.