Non era difficile immaginare che la partita a Bergamo, per il Milan, non sarebbe stata semplice. Sia perché i rossoneri sono in uno stato di forma pessimo (il Milan di questa stagione è il secondo peggiore della storia dei rossoneri da quando il campionato italiano è entrato nell'era dei tre punti), sia perché, al contrario, l'Atalanta in casa è una delle squadre più difficili da affrontare.

Ma nessuno poteva pensare a un tracollo del genere: la partita si è conclusa con i rossoneri che hanno perso con il punteggio di 5-0. Uno dei risultati peggiori della storia del Milan. Un risultato che fa sprofondare la squadra ancora più in basso, in quella che è una crisi che sembra senza fine.

Milan, una crisi che dura da sei anni

Che il Milan non sia più una big del nostro campionato non è una novità. I rossoneri sono infatti in una crisi (più o meno profonda) da sei anni. Era la stagione 2013-2014 e il Milan era allenato da Allegri. In questi ultimi 6 anni nella panchina rossonera si sono seduti ben 10 allenatori diversi (Allegri, Tassotti, Seedorf, Inzaghi, Mihajlovic, Brocchi, Montella, Gattuso, Giampaolo e Pioli) e sono cambiate ben tre proprietà: prima quella composta dal duo Galliani-Berlusconi, poi i cinesi guidati da Li Yonghong e infine l'attuale dirigenza guidata dal presidente Scaroni.

Sei anni, dunque, in cui ci sono stati due soli elementi in comune: la confusione (sia a livello dirigenziale che in quello tattico) e le scarse doti tecniche dei giocatori che si sono susseguiti negli anni. Perché per rimanere su altissimi livelli, in Serie A ma anche in ambito internazionale, è necessario che coloro i quali scendano in campo abbiano le qualità tecniche e tattiche necessarie al contesto. Il Milan, negli ultimi anni, non ha più un giocatore che sia davvero da Milan. E questo anche a causa di valutazioni errate in fase di calciomercato da parte delle società che si sono susseguite nel tempo.

Esonerare Pioli sarebbe un errore nonostante la debacle di Bergamo

Esonerare Pioli sarebbe un errore (l'ennesimo in questi anni), nonostante la debacle di Bergamo.

E questo per diversi motivi: prima di tutto perché sarebbe il secondo allenatore esonerato in poco più di quattro mesi, cosa che non farebbe altro che confermare che la dirigenza navighi a vista, senza un vero e proprio progetto che abbia ambizioni a lungo termine. Ma soprattutto Stefano Pioli non è da esonerare perché non ci sarebbero allenatori disponibile migliori di lui. Sono pochi gli allenatori al mondo capaci di far fruttare al meglio anche giocatori di livello medio; ma questi allenatori sono tutti già occupati. Esonerare Pioli significherebbe mettere sotto contratto un altro professionista che tra qualche mese si ritroverebbe nuovamente a rischio esonero, in quello che apparirebbe come un déja vu senza fine.

L'unica cosa che il Milan può fare, a questo punto della stagione, è cercare di limitare quanto più possibile i danni e iniziare, dalla prossima stagione, a creare un progetto tecnico e tattico che da troppo tempo manca dalle parti di Milanello. Serve un cambiamento profondo nella rosa, altrimenti gli allenatori continueranno a essere delle semplici vittime sacrificali.