Martedì 22 dicembre è andata in onda la trasposizione televisiva di Rai 1 del grande classico di Eduardo De Filippo, Natale in casa Cupiello.
I dubbi e le perplessità davanti alla riproposizione di un'opera così iconica erano più che legittimi ma, visti i risultati, si può dire che l'ardua scommessa sia stata vinta, almeno in parte.
In primis, va detto che, in termini di ascolti, l'operazione è stata indubbiamente un successo. Il film tv ha tenuto "incollati" allo schermo 5.6 milioni di spettatori con uno share pari al 23,9%, praticamente un telespettatore italiano su quattro era sintonizzato su Rai 1.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, la rappresentazione risulta sicuramente promossa, anche se probabilmente alcuni difetti, che meritano un accurato approfondimento.
I pregi di Natale in casa Cupiello
Questa trasposizione risulta essere un omaggio sobrio alla versione originale di Natale in casa Cupiello, una sorta di piccolo atto d'amore. Si percepisce la volontà di riproporre la commedia nel massimo rispetto senza modifiche sostanziali al testo, all'ambientazione o ai costumi. Inoltre le musiche di Enzo Avitabile, sono da brividi e risultano un vero e proprio valore aggiunto a tutto il lavoro. Gli attori non hanno mai esasperato i loro ruolo, in particolare Sergio Castellitto, con la sua recitazione lenta e compassata, è stato un dignitosissimo Luca Cupiello.
L'attore non ha voluto strafare cercando di imitare De Filippo o peggio rivaleggiare stravolgendone il personaggio. La sfida non era quella di emulare Eduardo, ma di riproporlo stando un passo indietro a lui, tuttavia questo desiderio di non esagerare è stato anche un limite sul piano complessivo.
I difetti di Natale in casa Cupiello
Il problema non è stato mostrare una, poco credibile, Napoli innevata o il fatto che Castellitto non fosse napoletano (il suo dialetto era tutto sommato accettabile, ndr). A mancare sono stati soprattutto gli intermezzi comici, che avrebbero dato un'aria di leggerezza a tutta l'opera.
In questo Natale in casa Cupiello si ride pochissimo, mentre viene dato molto più risalto all'elemento drammatico, ma anche su questo va fatto un piccolo appunto.
Il Luca Cupiello di Castellitto è un uomo mite, ma che ha degli scatti di rabbia che stonano davvero molto, anche perché questo lato era totalmente assente nell'originale. Lucariello era un sognatore, un uomo ingenuo che viveva in suo mondo che nessuno osava toccare. I familiari lo trattavano come un bambino, non di certo per mancanza di rispetto, ma per amore. Il crollo che ha l'uomo, dopo aver scoperto cosa stava accadendo alla sua famiglia, risulta così molto credibile e il contrasto tra la prima parte e il finale arriva come un cazzotto nello stomaco degli spettatori. Qui manca questo passaggio, dal momento che l'atmosfera è rimasta cupa per tutto il tempo, salvo qualche simpatico battibecco tra Lucariello e Tommasino (detto Nennillo).
In conclusione
Il film tv 'Natale in casa Cupiello' resta un prodotto molto valido, sotto diversi aspetti. Gli ascolti lo hanno giustamente premiato ma, per tutta la visione, lo spettatore che conosceva l'opera originale è stato accompagnato da una sensazione perenne di disagio.
Di sicuro l'inevitabile paragone con la recitazione di Eduardo De Filippo pesa come un macigno e non consente di godersi questa nuova versione, ma il problema è un altro. Durante la visione, si avverte che manca qualcosa, nonostante gli attori siano stati bravi, la fotografia risulti molto aderente a quella originale e la regia sia molto sobria.
Purtroppo questo film tv non è riuscito a cogliere a pieno l'essenza del capolavoro di Eduardo.
Manca quella magia che contraddistingue la commedia originale, nella quale si ride molto: certo in molti casi è un riso amaro, ma la forza dell'opera sta tutta lì, nel continuo alternarsi tra commedia e dramma.
I tempi televisivi sono diversi da quelli teatrali e si è scelto di ovviare a questa mancanza accantonando i momenti comici, ma questo ha probabilmente inficiato l'intero lavoro. Così, quando si giunge al drammatico epilogo, non c'è quello stacco, il tutto resta appiattito nel dramma e non c'è un vero guizzo finale. Un'opera valida che forse avrebbe però potuto dare di più, se ci fossero stati un maggiore coraggio e leggerezza.