Esiste, nella musica come in altri ambiti, una sottile differenza tra coloro che verranno dimenticati nella moltitudine e coloro che, quella moltitudine, la presentano e rappresentano. Certamente Elvis Presley rientra di gran lunga nella seconda categoria. L'8 gennaio del 1935 nasceva colui che ha dato lustro ed ispirato il filone del "rock' n' roll" ( e di un'altra dozzina di generi musicali a dirla tutta) e colui che grazie alle sue esibizioni appariscenti ed ai suoi testi considerati all'epoca dissacranti rimarrà per sempre uno degli artisti più importanti nella storia musicale dell'umanità.
La curiosità intorno al suo personaggio è ancora molta e di cose, da raccontare, ce ne sono!
La musica da record di Elvis Presley
Al tempo "il Re" era considerato un personaggio molto controverso, in quanto il popolo americano, musicalmente parlando, aveva da poco vissuto l'ondata di Blues-Rock nero, che aveva riscosso un notevole successo tra le case discografiche degli States e che era vista come il genere predominante e preferito da tutti. Lo spartiacque storico che lega in maniera indissolubile Elvis alla storia avvenne nel 1956, quando uscì "Elvis Presley", il suo primo album, di cui parlerò in seguito. Da lì in poi, seguiranno altri 60 album in studio e dal vivo, più di 1 miliardo di dischi venduti, 3 Grammy Awards, 148 Dischi d'oro, 82 di Platino e 32 di Platino detti "multipli" e molto, molto, molto successo, tanto che la sua dimora a Memphis è oggi un monumento storico che risulta essere la seconda abitazione più visitata degli Stati Uniti dopo la White House.
Ciò che ha reso grande Elvis Presley
Come detto, il primo album del re del rock uscì nel 1956, dopo un lavoro durato oltre 2 anni. Già dal suo titolo, "Elvis Presley", si poteva riconoscere l'incredibile carisma che caratterizzerà l'intera carriera di questo artista. A livello musicale la rivoluzione fu subito evidente: era un mix di tutti i generi musicali che allora spopolavano in America, principalmente Blues e Rock' n' roll, con una caratterizzazione vocale tipica dei cantanti afro dell'epoca.
Il pezzo "Tutti Frutti" è considerato tutt'ora un cult della musica di quel periodo ed è sicuramente uno dei singoli di maggior successo nella storia della musica. L'album era bello, geniale e sopratutto genuino, furono questi aspetti che fecero impazzire il mondo.
Dire che gli album di Elvis rispecchino sempre il suo andamento nella vita di tutti i giorni sarebbe riduttivo.
Si parte nella maniera che vi ho descritto in queste righe fino ad ora, si passa attraverso il 1962 con quella che molti (me compreso) reputano la più bella canzone d'amore che sia mai stata scritta: "Can't Help Falling in Love", che veniva eseguita sempre alla fine di ogni suo concerto, quasi come se volesse lasciare al pubblico quel nodo alla gola prima di tornare a casa. Si arriva infine, con il suo ultimo album, "Moody Blue". Un album che passerà alla storia come malinconico, non per il suo contenuto (una serie di registrazioni prese da vari live), ma perché rappresenterà in seguito, l'ultimo periodo di vita del più grande artista del secolo scorso.
Gli ultimi anni di vita di Elvis Presley
Negli anni precedenti la sua morte, avvenuta nel 1977, Elvis appariva in pubblico molto raramente e, quando lo faceva, sembrava tutt'altra persona. Del folle e sfrenato artista capace di ballare e cantare per ore davanti a 100.000 persone in estasi totale, non era purtroppo rimasto molto, al suo posto c'era un uomo visibilmente depresso, che abusava di alcool e droghe varie e che forse, ragionando a posteriori, aveva già perso la voglia di essere in vita.
Nonostante questo però, le sue performance vocali rimasero le stesse di sempre, la sua voce non lo abbandonò in quei momenti difficili. Chi ricorda quel periodo, dice che fosse straziante vedere colui che aveva consumato ogni tipo di palco spegnersi sempre di più, nota dopo nota.
Alla fine, purtroppo successe. Il 16 agosto Elvis Presley fu trovato morto nel bagno della sua abitazione a Graceland, subito dopo una esibizione. Quel giorno, segnerà la fine non solo di un artista infinito, ma anche di un uomo che, con la sua musica, ha unito nel tempo le generazioni che lo hanno vissuto e quelle che, purtroppo, non hanno avuto questo privilegio.