Il 16 febbraio, intorno alle 12:30, ore italiane, il valore di un singolo Bitcoin è stato per breve tempo e per la prima volta nella sua storia al di sopra dei $50.000. Pensando che soltanto a marzo 2020 era sceso sotto i $5.000, risulta facile rendersi conto di quanto sia stata finora incredibile questa corsa al rialzo. Corsa che tra l'altro sta coinvolgendo un po' tutto il mondo delle criptovalute. Viene da chiedersi, a questo punto, se sia ormai troppo tardi per investirci.

È tardi per investire in Bitcoin?

Secondo un modello chiamato stock-to-flow decisamente no.

Questo modello rappresenta semplicemente un calcolo che viene fatto per predire il prezzo del Bitcoin, ma non solo di esso; infatti alla base dell'adozione di questo modello per valutare il Bitcoin, c'è il presupposto che la criptovaluta in questione sia da considerarsi come una sorta di materia prima che rappresenti una riserva di valore, dunque comparabile all'oro o all'argento. Questo perchè il Bitcoin, proprio come i suddetti metalli preziosi, è soggetto a scarsità. Cioè, fin dalla sua creazione, è stato stabilito che esisterà un numero finito di singoli bitcoin (21 milioni). Inoltre, come per l'oro è costoso e impegnativo minarne di nuovo, lo stesso vale per i Bitcoin, il cui processo di 'mining' richiede dei super-computer e tanta energia elettrica.

Questo comporta, col passare del tempo, una capacità di fornitura sempre più bassa.

Il modello stock-to-flow

Ma quindi, cosa significa stock-to-flow? Brevemente, per stock si intende la quantità attualmente esistente di quella riserva di valore; mentre con flow ci si riferisce alla sua produzione annuale. Il rapporto tra stock e flow è ciò che ci interessa, perchè più questo rapporto è alto, più significa che la materia in questione è scarsa e quindi più preziosa come riserva di valore.

Questa teoria è avvalorata dal fatto che nel tempo, il prezzo del Bitcoin ha seguito l'andamento del rapporto tra stock e flow. Inoltre, nel caso della criptovaluta, siamo avvantaggiati dal fatto che sappiamo esattamente quanti Bitcoin arriveranno ad esistere; e in più, sappiamo anche che ogni 210.000 blocchi della blockchain di Bitcoin che vengono creati dai 'miners', la ricompensa concessa a questi ultimi, per aver verificato le transazioni, viene dimezzata.

Le proiezioni che vengono fatte sulla base di questo modello, indicano addirittura un valore di 1 milione di dollari per Bitcoin entro la fine del 2026.

Un importante catalizzatore: l'investimento di Tesla

Recentemente la compagnia di Elon Musk, che rappresenta l'innovazione per eccellenza, ha annunciato di aver convertito un miliardo e mezzo di dollari in Bitcoin, che non è affatto poco. Tesla inoltre inizierà ad accettare pagamenti in Bitcoin per i propri prodotti. Ma prima di Musk ci hanno pensato anche Jack Dorsey (fondatore di Twitter) con un investimento di 50 milioni di dollari da parte della sua Square e Michael Saylor, CEO di Microstrategy e noto sostenitore della criptovaluta, che ha addirittura convertito l'intero asset della compagnia in Bitcoin.

Senza ombra di dubbio la mossa di Elon Musk rappresenta un bel biglietto da visita per la criptovaluta, che fino a poco tempo fa era associata dall'opinione pubblica per lo più ad attività losche e criminali. Appare a questo punto ragionevole ipotizzare che un numero crescente di società quotate in borsa decida di seguire l'esempio di Tesla, portandosi dietro una scia di piccoli investitori, facendo levitare il prezzo del Bitcoin e legittimandone la natura di riserva di valore.