Il rapper della musica contemporanea non si smentisce e sul palco dell’Ariston torna a sorprendere con una performance eccentrica e mozzafiato.
Lauro De Marinis, in arte Achille Lauro (dal famoso armatore partenopeo) è salito per la prima volta sul palco dell'Ariston due anni fa con il tanto criticato brano Rolls Royce per poi ripresentarsi l'anno successivo con la canzone "Me ne frego" e con pittoresche esibizioni che hanno coinvolto e sconvolto un pubblico che quest'anno non poteva che aspettarsi qualcosa di ancora più "plateale".
La musica come rappresentazione teatrale
Al cantante si deve il merito di aver sconvolto, un palcoscenico come quello di Sanremo, poco abituato a spettacoli del genere, ma che tuttavia tra critiche, commenti e meme virali, aveva alla fine premiato come “vincitore morale” Achille Lauro nella sua 70esima edizione.
Il suo trasformismo, infatti, ricco di allegorie e riferimenti storici, ha rinnovato un Festival di Sanremo con una ventata di novità, portando la rappresentazione teatrale nel mondo musicale, spogliandosi e indossando le vesti di personaggi storici che hanno rappresentato la conquista della libertà.
Questa era la morale del brano “Me ne frego”, non un messaggio negativo ma un inno alla libertà di pensiero, che va oltre i pregiudizi della società.
Il cantante si ripropone anche quest'anno con una performance teatrale ancora più esagerata e sconvolgente dove niente viene lasciato al caso e ogni aggiustamento è fine alla costruzione di un significato profondo e umano.
Il Festival di Sanremo si è aperto con uno stravagante Fiorello che, indossando i “vestiti” di Achille Lauro, ha incuriosito da subito il pubblico quando ha riportato le parole del cantante “Sono sessualmente tutto” lasciando quindi ben immaginare che l'esibizione di Lauro anche questa volta sarebbe andata ben oltre alla classica presentazione di una canzone; un'aspettative che non è stata sicuramente delusa.
Achille Lauro si presenta sul palco dell’Ariston come ospite fisso e non più come concorrente, per lanciare un messaggio di solidarietà ai lavoratori dello spettacolo, piegati dalla crisi economica generata dalla pandemia.
La sua presenza al 71esimo Festival di Sanremo consisterà in cinque quadri, uno per ogni serata della kermesse, che vedranno la partecipazione del ballerino dell’Opera di Roma, Giacomo Castellana, di Emma Marrone, Monica Guerritore, Rosario Fiorello, Claudio Santamaria e Francesca Barra.
Quindi, tolte le vesti da concorrente, sarà un Achille Lauro oltre l’esagerazione, la teatralità e la disinibizione, sarà peccato e peccatore e portatore di un messaggio all’umanità chiedendo a Dio di benedirla.
‘Solo noi’, il primo quadro di Achille Lauro
La performance di Achille Lauro inizia con una clip di introduzione al brano, che fa riferimento alla pandemia, che ci ha isolati, costretti ad allontanarci e a privarci degli abbracci.
E poi eccolo scendere da quella scala, con addosso una parrucca blu e una tutina piumata e paillettes a rappresentare un rock glam e sofferente, un volto coperto da un trucco che improvvisamente una lacrima rovina; la solitudine dietro un costume da palcoscenico.
Sulle note del nuovo singolo “Solo Noi” il messaggio che vuole lanciare è di apertura e inclusività: una “lettera all’umanità" che esplode infine in un pianto fatto di lacrime di sangue che vogliono essere un invito a smetterla di avere pregiudizi nei confronti di chi è diverso da noi.
L’esibizione si è conclusa con un monologo recitato dallo stesso cantante, parte integrante anch’esso del quadro, il cui testo è stato condiviso subito, qualche minuto dopo l’esibizione sui suoi social, che ci riporta al ritratto di un divo controverso che sicuramente non mancherà di stupirci ancora.