L'edizione "straordinaria" del Festival di Sanremo è giunta a conclusione e Amadeus e Fiorello hanno già annunciato che non torneranno per la terza volta l'anno prossimo. Nell'ultima serata c'è stata la proclamazione del vincitore: i Maneskin con Zitti e buoni. Francesca Michielin e Fedez si sono piazzati al secondo posto, Ermal Meta al terzo. A Willie Peyote il premio della critica Mia Martini; a Colapesce e Dimartino il premio Lucio Dalla della sala stampa.

Ghemon, Gaia, Irama, Gio Evan, Ermal Meta, Fulminacci, Francesco Renga, Extraliscio e Davide Toffolo

Ghemon - Momento perfetto 6: Ghemon è simpatico, ha portato energie positive in questo Festival che di positivo aveva solo il collaboratore di Irama. Molleggiare costante. Leggermente calante.

Gaia - Cuore amaro 6: gestualità orientaleggiante, un po' eccessiva. Come le frange del suo vestito. Cuore amaro è stato un "sali e scendi", ma si è fermato a valle. Gaia convince, il pezzo non molto.

Irama - La genesi del tuo colore 7: come si suol dire: buona la prima! Ogni sera la stessa esibizione ha rivelato dettagli sottesi. Sempre più Imagine Dragons, sempre meno Gianluca Grignani. In una parola: hit.

Gio Evan - Arnica 4: quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare e le sentenze ad essere definitive. Gio Evan ha toppato. Non è chiara la direzione, deraglia. A confondere ancor di più il look catering.

Ermal Meta - Un milione di cose da dirti 7: accordo e cambio di tono tipici delle canzoni vincitrici della kermesse sanremese.

Non ha dato il massimo in finale, forse perché troppo sicuro di doverla ricantare a fine show.

Fulminacci - Santa Marinella 9: testo di Fulminacci, musica di Fulminacci. Autentico. Unico vero cantautore. Influenze sì, paragoni no. Si è esibito con la consapevolezza dell'ultima volta. Ma è solo la prima.

Francesco Renga - Quando trovo te 4: allo stesso tempo inquietante e banale.

Che pericolo la quotidianità, cantava Fiorella Mannoia. È un no secco, senza probabilità di ripensamento.

Extraliscio e Davide Toffolo - Bianca luce nera 6: l'attacco è alla Rovazzi, poi diventa una canzone dei Modena City Ramblers coi fiati delle orchestre da ballo romagnole. Sono senz'altro il volto sperimentale di Sanremo 2021.

Colapesce-Dimartino, Malika Ayane, Fedez e Francesca Michielin, Willie Peyote, Orietta Berti, Arisa, Bugo, Maneskin

Colapesce/Dimartino - Musica leggerissima 9: raso e seta ovunque. Sono una cosa pregiata Colapesce e Dimartino. Hanno un sapore nostalgico di Sud, altrettanto pregiato. Magari la musica leggerissima fosse tutta così.

Malika Ayane - Ti piaci così 6: è diventata già mainstream.

Noiosetta. Malika resta comunque una super professionista: timbro inconfondibile usato senza imperfezioni.

Fedez e Francesca Michielin - Chiamami per nome 7: Fedez sempre imbalsamato, ma tornano a sintonizzarsi. Francesca ha ufficialmente forza per entrambi, e lui si rimpicciolisce per affidarsi alla grandezza di lei. Portano a casa una performance azzeccata. Il passato non si cancella. Tuttavia i posteri ricorderanno solo le cose belle e la fine.

Willie Peyote - Mai dire mai (La Locura) 8: il punto è che a vederlo non te lo immagini. Invece si muove a tempo su una base martellante. Con fascino. E intanto si riempie la bocca di poetici luoghi comuni. È l'uomo strafottente che fa colpo su tutti.

D'altronde, mai dire mai.

Orietta Berti - Quando ti sei innamorato 5: l'eccentricità. Tra voce super impostata e gaffe sgangherate Orietta "lassa il segno". Il pezzo pure: un macigno. Però non si può non essere innamorati dell'Usignolo di Cavriago dopo questo Festival.

Arisa - Potevi fare di più 6: è ovvio come che il sole sorge che Arisa sia eccellente, eccelsa. Detto e ridetto, trito e ritrito. Giù le mani da Arisa, ma il pezzo è mediocre. Non la esalta, proprio come l'oro del vestito: 6 perché è lei.

Bugo - E invece sì 5: che ne penserà Celentano dei poster che Bugo ha di lui? Parlarne è estemporaneo, come gli amici immaginari. Bugo c'è ma non sa dov'è. Dov'era prima? Sicuramente non a studiare canto.

Maneskin - Zitti e buoni 10: Damiano è una diva, il pubblico italiano faccia outing nei confronti di Damiano. Buoni forse, zitti mai. Non è un pezzo per Sanremo: Sanremo si pieghi al pezzo. Nessun segno di cedimento da parte dei Maneskin. È la forza dei vent'anni.

Madame, La Rappresentante di Lista, Annalisa, Coma_Cose, Lo Stato Sociale, Random, Max Gazzè, Noemi, Fasma, Aiello

Madame - Voce 7: Madame a 18 anni dice ai maestri dell'orchestra "grazie ragazzi": maturità livello pro. Se è preoccupata del fatto che la sua voce venga dimenticata o peggio ancora si perda, può stare tranquilla. Con questa partecipazione si è assicurata un posto tra i grandi. Meno pathos però.

La Rappresentante di Lista - Amare 8: come l'aria che non finirà, non finirà il successo de La Rappresentante di Lista.

Tra l'altro questa è una metafora sottile: quante volte si è parlato di aria insufficiente in pandemia? Veronica poi ha un modo personalissimo di stare sul ritmo e fare melodia. E non si tratta solo di diaframma. "Amare" è una speranza.

Annalisa - Dieci 6: Annalisa è da dieci non da "Dieci". Cioè, lo canta divinamente, ma questo pezzo non ha nulla di eccezionale. Dieci non può essere un titolo, al massimo una maglia.

Coma_Cose - Fiamme negli occhi 7: ci credono, ci credono sul serio. Le parole sono intercambiabili, volano da lei a lui, da lui a lei e di nuovo a lui fino a spegnersi con la musica. Forse è suggestione, però nei loro occhi si celano fiamme. Innamorati persi, fanno innamorare.

Lo Stato Sociale - Combat pop 7: si può dire di no a Combat pop?

Bo. A.A. cercasi Lodo, senza successo però. Sono un collettivo sociale, del resto. O per lo meno così si definiscono. La loro è una filosofia, una politica. Per questo valgono.

Random - Torno a te 4: grazie a Dio? Random sta lì così, random. Non era il suo momento. Non in termini di scaletta, ma proprio spazio-temporali: Ariston 2021.

Max Gazzè - Il farmacista 7: Max Gazzè supereroe! Vero numero 10. Vola sulla platea vuota! Certo sarebbe stato ancor più divertente vederlo planare sui vari Giletti, Parietti e Co. Confermata la tesi di canzone abbondantemente "gazzeiana", poca innovazione.

Noemi - Glicine 6: Noemi non era quella che diceva "sono solo parole?". Adesso è diventata "parla, parla, parla con me".

Bando alle ciance, il brano si attesta sull'anonimato. Il suo graffio è l'unica cosa bella. Recupera la sufficienza.

Fasma - Parlami 6: Fasma dovrebbe fare due cose: ridurre l'auto-tune, gestire meglio la ripresa del fiato. Sembra in apnea. Ci mette del suo però. La 71ª edizione del Festival è finita, ma il dubbio su Fasma resta. Purché se ne parli.

Aiello - Ora 5: ora per ora non convince. Verrà la sua ora?