Archiviato il ko all’Allianz Stadium contro la Juventus, Rino Gattuso si è messo subito al lavoro affinché il Napoli possa affrontare con grinta e determinazione le ultime nove partite del campionato.

Lo scontro diretto nel feudo bianconero ha fatto scivolare Lorenzo Insigne e compagni al quinto posto in classifica, ma la graduatoria è cortissima con la zona Champions distante appena due punti, e il secondo gradino del podio occupato dal Milan a un tiro di schioppo: 60 punti contro i 56 messi in cascina dagli azzurri.

La sconfitta per i partenopei brucia inevitabilmente perché giunta al cospetto del rivale storico per eccellenza, ma non deve far passare in secondo piano il trend positivo di risultati grazie al quale Gattuso ha avuto (e sprecato) la chance di dare un segnale al campionato e mettere più di un piede tra le prime quattro del massimo campionato di calcio.

Sogno Champions ancora vivo grazie al rendimento in trasferta

Il cambio di rotta è giunto grazie al repentino cambio di rotta lontano dallo stadio Diego Armando Maradona. Il 3 marzo è cerchiato in rosso sul calendario, perché è proprio in quel giorno che cambia la storia di una stagione ricca di alti e bassi. Dopo i tre punti conquistati a tempo scaduto alla Dacia Arena con un guizzo di Bakayoko a metà gennaio, il Napoli si smarrisce lontano dalla propria terra. Da quel momento erano arrivate ben sei sconfitte esterne in tutte le competizioni, con tante delusioni partendo dalla Supercoppa persa al Mapei Stadium, passando per la finale di Coppa Italia lasciata in quel di Bergamo e finendo con i sogni di gloria europei svaniti in 21 minuti da incubo all’ombra dell’Alhambra andalusa.

Il 3 marzo gli azzurri tornano sul luogo del delitto: di nuovo nell’impianto di Reggio Emilia, ma questa volta ospiti del Sassuolo del mago De Zerbi. Le statistiche danno gli azzurri quasi come vittima sacrificale, ma un Napoli tutto cuore e sudore passa da 1-2 a 3-2 al 90’ grazie a un rigore calciato con freddezza da capitan Insigne, ma perde due punti in extremis a causa di una sciocchezza colossale a tempo abbondantemente scaduto di Manolas su Haraslin che consegna al Sassuolo il tiro dal dischetto che Caputo non può fallire e il 3-3 finale.

La delusione è tanta, ma quella sera è cambiato qualcosa nella testa dei ragazzi: nasce una nuova consapevolezza, con Gattuso che indica le retta via da seguire.

In quel momento il quarto posto occupato dall’Atalanta sembra lontanissimo, ma all’orizzonte ci sono i due scontri di fila in trasferta contro Milan e Roma da non fallire assolutamente.

Con il recupero di Mertens e Osimhen, e la qualità di Fabian tornato finalmente a livelli eccelsi, tutto diventa possibile: Politano espugna San Siro, poi Dries Mertens fa la voce grossa all’Olimpico ed il Napoli estrae dal cilindro 6 punti di platino che pesano tantissimo. Tutto si riapre, ma soprattutto la squadra cara al presidente De Laurentiis entra prepotentemente in lizza per giocarsi un posto nell’Europa che conta. La striscia continua. Si arrende anche il Crotone ed in tutto sono sette i risultati utili consecutivi (sei vittorie ed un pari) prima della sconfitta di Torino.

Il calendario, fittissimo di impegni, dà ora subito l’opportunità di rimettersi in marcia per recuperare il terreno perduto.

Si riparte da Genova, sponda blucerchiata, contro una Sampdoria in crisi di risultati: una sola vittoria nelle ultime sette gare (6 punti sui 21 disponibili) giunta con l’aiuto di Candreva piegando un Torino sempre più nelle sabbie mobili della zona retrocessione. L’imperativo sarà chiudere nuovamente la saracinesca in trasferta.

Urge blindare la porta: troppi gli svarioni commessi

L’unica paura che tormenta il sonno di Gattuso? La retroguardia, diventata improvvisamente di burro a causa di svarioni che rischiano di compromettere anche partite apparentemente già in cassaforte. I numeri rivelano soltanto 34 reti al passivo, terza miglior difesa del campionato (ex-aequo con il Milan) dietro soltanto a Juventus (26) e Inter (27).

Il dato è però fuorviante. Nelle 23 gare ufficiali disputate nel 2021, gli uomini di Gattuso hanno mantenuto la porta inviolata soltanto in 6 occasioni, subendo ben 34 reti (1,48 a partita) e incassandone almeno due in 12 occasioni. Addirittura 4 dall’Atalanta e 3 dagli stessi orobici in campionato, così come da Verona, Sassuolo e Crotone.

Insomma per il Napoli urge blindare la porta per centrare l’obiettivo Champions già svanito nella scorsa stagione.