Nomadland, l'ultimo film di Chloe Zhao interpretato e co-prodotto dalla straordinaria Frances McDormand e disponibile in Italia sulla piattaforma streaming Disney+ a partire dal 30 aprile 2021, è in lizza per aggiudicarsi sei statuette agli Oscar 2021, di cui una per la miglior sceneggiatura non originale firmata dalla stessa regista.

Nomadland: la trama

Ennesima vittima della Grande Recessione, la "houseless" Fern decide di lasciarsi alle spalle gli aridi ricordi che la legano alla triste città di Empire, Nevada avventurandosi a bordo del suo van alla conquista di un nuovo deserto, nel profondo West degli States, per riempirlo con ciò che lo Stato le ha impietosamente negato: la possibilità di ricominciare.

Fern è una donna determinata e indipendente, a tal punto da rifiutare financo l'aiuto della sorella; per preservare questa indipendenza impara nuovi lavori manuali, si sposta, serve hamburger in un pub. Ma tra un cambio di ruota al van e l'altro continua ad insinuarsi prepotentemente il passato con cui deve fare i conti. Sarà il catartico incontro con gli altri abitanti di questa 'Nomadland' senza confini a gettare le basi per un nuovo inizio. E stavolta senza addii.

Nomadland: il film-dedica di Chloe Zhao a chi non si arrende

Gli accostamenti quasi spontanei ad altri capisaldi del cinema "on the road" si sprecano: la protagonista che ribattezza il suo van "Pioneer" fa subito pensare ad un omaggio al 'magic bus' del compianto Christopher McCandless a cui Emile Hirsch ha prestato corpo e anima in quel masterpiece indimenticabile che è "Into the Wild".

E come non vagheggiare sull'intrepida Cheryl Strayed impersonata da Reese Witherspoon, che percorre il Pacific Crest Trail con la speranza di ritrovare se stessa in 'Wild' di Jean Marc Valleè. Anche Nomadland è la trasposizione cinematografica di un soggetto reale: le strazianti interviste contenute nel libro "Un racconto d'inchiesta" di Jessica Bruder influenzano il taglio quasi documentaristico del film.

Il viaggio come eterna metafora del percorso interiore rimane, ma basta una variante a dissociare questo film dai suoi 'cugini' più stretti: l' Odissea nel West di Fern è stata una scelta forzata, imposta da una condizione di instabilità lavorativa che a conti fatti decreta la morte ufficiale del sogno americano. Dal fortunato sodalizio McDormand-Zhao nasce una dedica spassionata a quelli che Herbert Marcuse chiamerebbe "i disperati", ma anche una spietata denuncia alle falle di quel sistema capitalistico che elargisce speranze con la stessa velocità con cui ne toglie.

Nomadland: un film Sundance da Oscar

'Nomadland', che vanta ben sei nominations agli Oscar, non possiede, allo stesso modo del competitor 'Promising Young Woman", la struttura pop tipica del film hollywoodiano: esso presenta un approccio realistico, amaro e per nulla retorico ad una delle tematiche più delicate degli ultimi anni. L'accoglienza di Nomadland da parte di una Hollywood ostinatamente sottomessa al torchio del politicamente corretto rappresenta un ulteriore passo avanti dai tempi di "I, Tonya", altra giovane promessa del Cinema indie.

Mrs. Coen, ad un passo dal vincere il suo terzo Oscar come migliore attrice protagonista, vaga senza meta come un personaggio di Kerouac nei frame dai toni freddi e cupi di Joshua James Richard, nomination alla miglior fotografia, mentre la sceneggiatura cruda e a tratti commovente ("See you down the road") della cino-americana Chloe Zhao è la testimonianza di una "peregrina propheta in patria" che ha potuto vedere senza filtri uno dei volti più amari che nasconde l'America, e che dall'interno si fa fatica a guardare.