Direttamente dalla piattaforma oltreoceano Hulu, "Framing Britney Spears" sbarca su Discovery+ percorrendo ascesa, dolori, delusioni e adolescenza di una delle cantanti pop più amate dai Millennial di tutto il mondo.

La trama

Chi è davvero Britney Spears, la bimba prodigio del Mississippi che brucia le tappe del coming of age in nome dello showbiz, o l'ennesima vittima di un sistema patinato e condannato a implodere su se stesso? Framing Britney, il documentario nato da un' ambiziosa inchiesta del New York Times cerca di inquadrare (to frame, appunto) la giovane popstar ripercorrendone la vita attraverso le testimonianze di amici stretti, collaboratori, fotografi, fan, analizzandone i sogni, i successi, le fasi più travagliate e burrascose, per poi focalizzarsi sul tema chiave, o se si preferisce, sul detonatore che ha portato allo scoppio dell'inchiesta stessa: la famigerata conservatorship imposta a Britney dalla Corte della California, che nel 2008 nomina suo padre, Jamie Spears, tutore legale della persona e del patrimonio della cantante.

Debilitata dalle speculazioni macchinose e distorte dei tabloid, reduce da un TSO, e psicologicamente distrutta dalla sentenza di revoca della custodia dei figli su istanza dell'ex marito Kevin Federline, Britney si rifugia nel lavoro e nei tour [VIDEO], sotto la coatta supervisione del genitore. Con l'avvento di Instagram, lo iato tra i vip e i loro fan non è più filtrato dai titoli sensazionalisti dei giornali scandalistici: alcuni membri della pagina "Britneysgram" iniziano ad interpretare le captions sotto i post del loro idolo come messaggi criptici, dietro cui si celerebbe una richiesta d'aiuto: Britney vuole liberarsi dalla custodia del padre e riprendere in mano la sua vita. Tramite un podcast, "Britneysgram" fa da megafono alle presunte volontà della cantante determinando così nel 2019 la nascita del movimento "Free Britney", che l'artista riconoscerà successivamente come suo portavoce confermando i sospetti dei fan.

Oggi il movimento affianca e supporta Britney nella battaglia legale ingaggiata contro il padre, tuttora in atto.

la critica

Un documentario non è mai oggettivo, nasce sempre con lo scopo di dimostrare una tesi, lasciando al pubblico la libertà di stabilire se abbia colto o meno nel segno. Non ci sono dubbi sul fatto che Framing Britney non solo scoperchi un vaso di pandora pieno di sciacallaggio (il controverso rapporto di Britney coi paparazzi che volevano "un pezzo di lei"), misoginia maschile (Justin Timberlake si è sentito in dovere di scusarsi per lo storytelling da lui imbastito vent'anni fa sul presunto tradimento della cantante culminato nel noto singolo "Cry me a river") e femminile (la disturbante intervista di Diane Sawyer, papessa dell'ABC news e la dichiarazione di Kendel Ehlrich, moglie dell'allora governatore del Maryland), ma nel trattare con coraggio un tema così delicato come quello della conservatorship sveli anche alcune falle del sistema giuridico americano.

La conservatorship: un modello da seguire o un monito per cambiare?

La conservatorship equivale in ambito giuridico a quella che in Italia chiamiamo tutela, la quale viene disposta dal giudice nei confronti di soggetti anziani o con limitazioni fisiche o psichiche. Nel corso del processo l'avvocato di Britney Adam Streisand è stato "ricusato" dal giudice per mancata conoscenza di un referto medico sulla sua assistita.

Vivian Thoreen, uno dei membri del team di avvocati di Jamie Spears ha dichiarato che la sentenza può essere ribaltata solo su dimostrazione del tutelato al quale spetta l'onere della prova: chi ha avuto un assaggio del sistema di tutela americano (vedesi I Care a Lot), sa bene quanto sia difficile per il conservatee fornire una prova del suo perfetto stato mentale, sia per dei precedenti che possano aver compromesso il giudizio dell'opinione pubblica sulla sua persona, sia perchè la posizione di asimmetria creata dal conservator tende a minare facilmente quella d'imparzialità del giudice. L'ultimo paradosso riguarda il conflitto d'interessi venutosi a creare nella battaglia legale ingaggiata contro il padre: a libro paga di Britney non vi è solo la sua difesa, ma anche la sua accusa, ossia il team di avvocati di Jamie Spears, che attualmente dispone di parte del suo patrimonio.

Il documentario solleva infine l'eterna questione del rapporto genitori-figli nel patinato mondo delle celebrities: molte testimonianze fanno pensare che Jamie Spears abbia spinto presto la figlia sotto i riflettori per motivi meramente utilitaristici, che farebbero dubitare della sua buona fede nella gestione del patrimonio. Del resto non è la prima volta che giovani stelle del Cinema (Lindsay Lohan, Macauley Culkin) siano messe in condizione di prendere provvedimenti nei confronti dei loro stessi genitori prima ancora che nei confronti di terzi. Framing Britney è forse una dimostrazione di quel lato angelico che raramente il Quarto Potere ci mostra, perchè spesso una denuncia via etere riesce laddove la legge (e non solo in America) fallisce.

il 16 Aprile 2021 il Senato della California ha approvato quella che potrebbe diventare una piccola vittoria per Britney e per tutte le vittime della conservatorship: una proposta di legge che consenta per la prima volta al tutelato di scegliere il suo legale.