Estella, enfant terrible aspirante stilista, estrosa e creativa, viaggia alla volta di Londra insieme alla madre Catherine, ma la sciagurata tappa presso la festa organizzata dalla perfida baronessa Von Hetten, una Miranda Prestley nella sua forma diabolica e definitiva, causerà la morte di Catherine insinuando un senso di colpa nella piccola Estella, che si placherà solo con la conoscenza della verità. La giovane protagonista non si dà per vinta, arriva a Londra, con l'obiettivo di conquistarla e onorare i sacrifici di Catherine. Dopo aver fatto la conoscenza di due ladruncoli, Jasper e Horace, che la iniziano a una nuova vita di furtarelli ed espedienti, arriva per Estella la tanto attesa occasione di riscatto: un lavoro presso i grandi magazzini Liberty che favoriranno, galeotto l'improvvisato allestimento di una vetrina, l'incontro con la sua nemesi, la baronessa Von Hetten.
Estella inizia il praticantato presso la dispotica regina dell'haute couture londinese, guadagnandosene la stima, per poi tentare di detronizzarla e usurparne il primato in una sfida all'ultima sfilata senza esclusione di colpi (di scena), fino a entrare in contatto con il suo lato oscuro, quello che aveva per tanto tempo soppresso.
Crudelia: un inno agli anti-eroi
Realizzare un live action è sempre una sfida ma il regista Craig Gillespie l'ha affrontata egregiamente mettendo in piedi un cast di tutto rispetto che parte da Emma Stone, passa per Emma Thompson, e arriva all'eccellente caratterista Paul Walter Hauser (Richard Jewell). Al solo sentir pronunciare i nomi 'Cruella', 'Jasper', 'Horace', 'Anita', i pre-Millennials non faranno molta fatica a individuare nel film il prequel del fortunato successo d'animazione del 1961.
Come una promettente Vivienne Westwood, l'Estella di Emma Stone cade, si rialza, bazzica i negozi vintage di Portobello Road, mette un po' di pepe punk alla Swinging London e riscuote il tanto atteso 'tornaconto'.
A quattro anni da 'I, Tonya', Gillespie torna a esaltare il 'girl power' dirigendo aspirazioni, disfatte, rimonte di un'anti-eroina in una commedia a tinte dark che tiene fedelmente il passo con la svolta iconoclasta lanciata dai suoi predecessori, Joker, e ancora prima Maleficent: costringendo lo spettatore a fare finalmente i conti con la prospettiva inedita dell'antagonista, e con il suo scomodo passato che lo rendeva tanto detestabile al bambino che era ieri.
Crudelia mette in discussione la visione manichea di bene e male su cui si innestavano i capolavori d'animazione della nostra infanzia, pur mantenendo di essi due ingredienti fondamentali e vincenti: il ritmo narrativo, vivace e sostenuto, e il monito pedagogico, forse scontato, ma mai demodè: credere nei propri sogni e non arrendersi mai.
Crudelia: il sequel si farà
Accanto alle musiche composte da Nicholas Britell (Vice - l'uomo nell'ombra) si affianca una colonna sonora di tutto rispetto che include artisti come Nina Simone, Animals, Deep Purple, Rolling Stones e come ciliegina sulla torta la cover di 'I Wanna Be Your Dog' di Damiano dei Maneskin nella versione italiana. Di particolare rilievo sono la fotografia di Nicolas Karakatsanis (Tonya) e i costumi di Jenny Beavan (Camera con vista) che gridano all'Oscar. Il successo al botteghino (26.5 milioni di dollari) al cinema e le critiche positive (il 97% su Rotten Tomatoes) hanno spinto gli autori a buttarsi a capofitto in un sequel del live-action che conferma al timone Craig Gillespie e Tony McNamara (La Favorita) alla sceneggiatura, e forse Kirby Howell-Baptiste, l'attrice che impersona Anita.