Happydemia è un romanzo edito da Feltrinelli. Uscito a dicembre 2020, è l'ultima opera di Giacomo Papi, giornalista, editor per Einaudi, collaboratore di Che tempo che fa, e direttore, dal 2017 al 2020, della scuola di scrittura milanese Belleville.

Nei suoi romanzi Papi esplora la realtà amplificandola in maniera comica, grottesca e favolistica.

Dal 'Censimento dei Radical Chic' a 'Happydemia'

Giacomo Papi continua sulla strada intrapresa con Feltrinelli dal 2019. Ci mostra una realtà allucinata ma non troppo, immaginando le conseguenze della pandemia come suo solito, con umorismo pungente e trovate metaletterarie.

E se nel libro di due anni fa la semplificazione della lingua e la scarsa considerazione per gli intellettuali, stuzzicavano l'immaginario sui politici e sull'ipocrisia, il suo nuovo libro si concentra perlopiù sui giovani e sul loro rapporto con questa realtà.

Il protagonista si chiama Michele, lavora come rider per Happydemia, "La più grande azienda di psychodelivery del mondo". Perché nel mondo di Papi, provato dalle quarantene quanto il nostro, le persone ricorrono all'uso smodato di psicofarmaci dai nomi inventati (il preferito dei giovani è lo Sciallox) per sopravvivere. Ed è grazie a persone come Michele- ragazzi giovani e stanchi di restare chiusi in casa a seguire lezioni online- che la potente multinazionale cresce rapida.

L'umore degli esseri umani diventa un prodotto che si può comprare, scegliere in base al colore o al sapore.

Michele è ansioso di lasciare la scuola e cominciare a lavorare per poter guadagnare

Le cose tuttavia non vanno come previsto. I rider di Happydemia sono malvisti da tutti, vengono accusati di diffondere il virus dalle brigate anarchiche, formatesi per protesta ai divieti surreali- tra questi troviamo il divieto di sbavare e il divieto di mettersi il rossetto arancione- del Previdente del Consiglio, titolo vezzeggiativo al pari di tutti gli incarichi costituzionali descritti.

Due piccoli ruoli sono ricoperti anche dal ministro degli Affari Miei e dal ministero della Salute e dei saluti a distanza. Nel corso del libro saranno diverse le aggressioni ai danni dei ragazzi da parte dei negazionisti e dagli anziani che li accusano di diffondere il virus: lo stesso protagonista viene insultato e poi colpito in testa da un vaso di fiori.

Eppure in tutto questo c'è qualcosa che lo spinge a continuare il suo lavoro.

Amore ai tempi del coronavirus

Miriam non toglie mai la mascherina e chiama Michele di continuo. Lo contatta per farsi dare gli psicofarmaci che poi lei stessa somministra a coloro che ne abusano - come il proprietario di Happydemia Pitamiz, vaga caricatura di Jeff Bezos - e comincia a stuzzicare le fantasie del giovane rider. Al contempo, Michele deve confrontarsi con i problemi di ostilità che il nuovo lavoro gli provoca e con le fobie del nonno. L'anziano è l'ultimo sopravvissuto dei suoi famigliari, un uomo che ha addirittura vissuto un tempo in cui tutti potevano girare senza mascherina, che non esce mai di casa e che teme per la propria vita ogni istante.

Si chiede più volte come faccia Michele, che durante la prima pandemia è nato, a non capire la gravità della situazione.

Le chiamate della ragazza, intanto, si fanno sempre più frequenti. La motivazione è sempre la stessa: deve rifornirsi di farmaci. Eppure questa trovata pare al lettore fin da subito un espediente in tutto simile a quelli che molti cittadini hanno sfruttato in questi mesi per poter uscire: devo fare la spesa per una persona.

Cosa che in effetti si rivela per ciò che è: una scusa. Sì, perché in tutto questo, dove non c'è bisogno di guardarsi in faccia, c'è comunque bisogno di amare, e lo si fa principalmente con gli sguardi. Enfasi prima di tutto sulle pieghe ai lati degli occhi provocate dai sorrisi.

Le vicissitudini dei due ragazzi sono inframezzate dai meeting degli Stati Generali, in cui il nostro Previdente del Consiglio si confronta con gli altri capi di stato in gare di insulti in tutte le lingue europee. Il Previdente finisce per ottenere dei fondi che poi saranno utilizzati per le forze armate, in modo da tenere in riga i rider di Happydemia, ormai in sciopero e in rivolta per le aggressioni subite e per la scarsa tutela sul lavoro. Si aggiungeranno, in breve, anche le rivolte dei negazionisti e dei No-vax, già da tempo autori delle sopracitate aggressioni a Michele e agli altri rider.

Nel caos crescente, i due ragazzi si ritrovano in fuga, mentre ex ministri dell'interno continuano con poco successo a scattare foto.

Un inseguimento li porta a dividersi e a darsi appuntamento nei pressi della villa del signor Pitamiz. L'uomo è ormai dipendente dai tranquillanti e intontito dai dosaggi eccessivi somministratigli proprio da Miriam, la sua infermiera. Ed è proprio mentre il padrone della multinazionale giace svenuto sul divano del suo salotto, che i due ragazzi finalmente cedono al contatto fisico. Qui culmina un'allegra tensione che era stata percepibile fin dal loro primo incontro. E in una risata amara, il libro si chiude con una battuta sui congiunti, in un mondo in cui il contatto sembra proibito, ma ancora una necessità umana sembra esistere.

Un romanzo storico in tempo reale

Ciò che Giacomo Papi si propone di fare da tre anni a questa parte è di raccontare la sua versione dei fatti nel momento esatto in cui accadono.

Lo fa con un sorriso amaro, con i suoi giochi di parole. Nel Censimento dei Radical Chic gli erano preclusi, data la necessità di adeguarsi a quello che all'epoca definiva il Ministero dell'Ignoranza, il governo di Twitter, e dunque, al posto del revisore di bozza che cancella i termini difficili e litiga con il redattore capo in lunghe ed esilaranti note a bordo pagina, in questo nuovo libro abbiamo i memorandum a lavarci le mani sui bordi delle pagine, il divieto di umettarsi il dito per voltare quest'ultime, gli appunti redatti durante i summit internazionali e i facsimile dei DPCM, vortici di nonsense con tanto di ideogrammi, faccine, emoticon.

L'idea di fondo è quella di un anti-Dickens, in cui il comico e il romantico si mescolano- in maniera più filosofica nel Censimento, viscerale invece in Happydemia- in un reportage sociale dove nessuno è davvero innocente e nessuno, infine, rimane impunito.

Bisogna riconoscergli una predisposizione per il grottesco e il surreale, cosa rara negli scrittori italiani successivi a Calvino, Buzzati e Landolfi. Tuttavia il racconto in presa diretta ha una particolarità che alcuni lettori potranno far fatica a digerire: un finale sospeso, spalancato verso le possibilità. Per fortuna nulla vieta di rimediare con un sequel, quando la situazione si sarà stabilizzata per davvero. Meglio essere reporter che veggenti.