Halloween, o talvolta, nei siti di vendita, L'albero di Halloween, è una raccolta di quattro romanzi e trenta racconti horror pubblicata nel 2019 da Mondadori, nella collana Oscar Draghi.

L'autore è Ray Bradbury, scomparso il 5 giugno del 2012, dopo aver donato ai suoi lettori settant'anni di carriera ed emozioni. Per tutta la vita è stato celebrato per i suoi straordinari racconti di fantascienza, in realtà, più fantasie che cronache marziane; l'aspetto scientifico per lui contava poco, e l'emotività e la caratterizzazione dei personaggi era la forza che gli ha permesso di distinguersi dagli altri autori di Sci-fi della sua generazione.

Un altro genere di racconti, tuttavia, è quello che lo ha lanciato nel mondo della narrativa.

L'uomo d'ottobre

"Ho iniziato con Poe. Mi sono innamorato dei suoi gioielli". Così risponde Ray Bradbury alla domanda "Ha sempre voluto fare lo scrittore?", nel frammento di intervista riportata nell'introduzione di questo volume. Ed è innegabile l'influenza dello scrittore ottocentesco. In particolare nei racconti brevi, è ben presente l'angoscia e il senso di impotenza davanti alle atrocità del quotidiano. Un quotidiano tuttavia estrapolato dagli antichi castelli e dalle tombe, e riversato nella campagna dell'Illinois, dove l'autore passò la prima parte della sua vita. Lo stile adottato contrasta con la prosa secca e il ritmo serrato a cui gli horror moderni ci hanno abituato.

Bradbury non ha nulla da invidiare a Richard Matheson o a Roald Dahl, e non teme certo di usare lo stile poetico del suo romanzo L'estate incantata per caratterizzare maggiormente situazioni opposte. Il risultato è un potentissimo contrasto tra le parole scelte, quasi eteree e sfuggenti, e gli incubi descritti, che dipingono personaggi deformi e straziati in costante conflitto con la vita che hanno scelto o che hanno dovuto condurre.

Questa sensazione di straniamento è evidente soprattutto nel primo romanzo contenuto nel volume, Il popolo dell'autunno.

Qualcosa di sinistro per di qua

Il romanzo che apre la raccolta è Something Wicked This Way Comes, conosciuto in italiano come Il popolo dell'autunno.

A prima vista non sembrerà una storia originale, soprattutto ai giovani lettori che potrebbero a tratti trovarlo un po' melenso.

Proprio da questo romanzo Stephen King ha tratto l'idea per sviluppare il famosissimo It, e a lettura conclusa, i parallelismi non si contano. Le differenze principali sono due. La prima è lo stile, semplice, crudo e a tratti volgare per il "re", e torbido, allucinato e poetico per il più anziano Bradbury, che lo precede di vent'anni nell'idea alla base del romanzo. La seconda differenza è la necessità, o meno, di spazio per narrare. Là dove King ha deciso di sviluppare la sua storia con un intreccio gestito su due livelli in simultanea, nell'arco di ventisette anni, Bradbury opta per un' avventura di pochi giorni. Altra grande differenza è la base da cui sviluppare il male che tenterà di carpire la volontà e la purezza dei giovani protagonisti.

Là dove l'influenza di King nel rappresentare il diabolico pagliaccio, in realtà solo la maschera di un'entità cosmica, è chiaramente identificabile in Lovecraft, il suo predecessore si rifà ancora una volta ad Edgar Allan Poe, con un sottile rimando al carnevale di personaggi de L'uomo della folla, scesi in città di nuovo dopo molto tempo, sempre insieme, ma al contempo disperatamente soli.

Da qui si srotola la trama cosparsa di personaggi inquietanti, come la strega della polvere, il venditore di parafulmini e il sinistro mr Dark, l'uomo illustrato, che aveva dato il titolo ad un'altro celebre libro di Bradbury. Il cardine del romanzo è proprio lui, che con i suoi modi melliflui, prometterà a uno dei ragazzi di crescere in un lampo, se rinuncerà al suo amico.

E in una continua riflessione sul tempo che passa, il libro torna in quell'eterno dilemma se sia meglio crescere in fretta o restare a lungo bambini. La storia è forse un po' difficile da leggere per via della prosa elaborata, ma rimane tuttora un romanzo ineguagliabile per la magia che si porta dentro.

C'è un albero

Il secondo capitolo di questo volume è rivolto a un pubblico più giovane. L'albero di Halloween ha tutte le caratteristiche della favola, con un gruppo di bambini che, in una notte passata a chiedere dolcetto o scherzetto, si imbatte in una casa abitata da un sinistro personaggio. Nei pressi della casa sorge appunto un immenso albero dai cui rami pendono zucche intagliate. Ed è durante la conversazione con l'anziano proprietario della casa che uno dei ragazzi scompare nel nulla, forse rapito dalla Morte stessa.

Per ritrovarlo, i ragazzi dovranno affrontare un viaggio nel tempo e nello spazio appesi ad un aquilone, e questo espediente dà modo a Bradbury di narrare le origini della famosa festa, dalle prime mummie dell'antico Egitto per finire con un bel capitolo sul giorno dei morti celebrato dai messicani, tra teschi di zucchero e musiche tradizionali. I ragazzi dovranno infine fare un patto con la Morte stessa: dovranno donare un anno della loro vita, uno per ognuno degli otto già vissuti dal loro amico. Ancora una volta quindi, una storia d'amicizia e di paura per il tempo che passa, in una chiave più adatta ai piccoli lettori.

Il cimitero dei folli

Il terzo libro dell'antologia si presenta in netto contrasto con i suoi predecessori: si tratta infatti del romanzo Il cimitero dei folli, pubblicato per la prima volta nel 1990, che, in effetti, ha poco o nulla a che fare con il resto della raccolta.

Il romanzo è ascrivibile al genere giallo, e fa parte, in verità, di una trilogia ambientata in California, composta dai romanzi Morte a Venice, Il cimitero dei folli, e Constance contro tutti. In questo capitolo, il più lungo di tutto il volume, uno sceneggiatore, assimilabile allo stesso Bradbury, indaga come dilettante su una serie di delitti legati ad una produzione cinematografica e ad un camaleontico criminale capace di cambiare aspetto repentinamente. Il romanzo presenta in sé una trama banale e fallace, ma lo stile di Bradbury, tradotto con sapienza da Andrea Terzi, finisce con l'estraniare il lettore dalla storia per riempirlo di immagini inquietanti e suggestive.

Una strana famiglia

Proseguendo nella lettura si arriva a quello che è probabilmente il capitolo più singolare.

Si tratta del romanzo Ritornati dalla polvere, la cui pubblicazione risale all'ormai lontano 2001. La stesura, tuttavia era cominciata ancora prima, quando lo scrittore aveva appena vent'anni. Perché il romanzo in questione, in realtà non è un romanzo. Si tratta infatti di una serie di racconti pubblicati dai primi anni Quaranta fino agli anni Ottanta, con ambientazione e personaggi condivisi, che sono poi stati collegati con brani di testo e trasformati in capitoli di un breve romanzo Dark Fantasy, in cui horror e poesia si fondono nella classica formula bradburiana. Ma è soprattutto il contesto principale che non può non balzare all'occhio di chi legge. L'idea di una famiglia gotica che dorme in delle bare, comprende zii alati, e bisnonne che sono state regine d'Egitto non è nuova, e molti potranno pensare ad un allusione alla celebre Famiglia Addams.

La trama è poco coerente, difetto inevitabile data la natura dell'opera, ma ciononostante godibile, e trova un ottimo compromesso nel personaggio di Timothy, figlio adottivo, unico membro della famiglia a non nutrirsi di sangue e ad essere l'unico mortale. Come dimenticare poi la sorella Cecy, capace di insediarsi nella mente degli esseri viventi e rubare la loro esistenza per qualche momento, e sarà proprio questa capacità a movimentare sia la vita di Timothy, sia quella del resto della famiglia. In sostanza un romanzo non al livello di Il popolo dell'autunno, ma in ogni caso piacevole, venato di umorismo e rappresentativo della meraviglia quotidiana tipica dell'autore.

Gli ultimi trenta passi

A concludere questo volume ci sono trenta racconti brevi scritti tra il 1943 e il 1996, che rappresentano forse il lato più oscuro dell'autore. Se in precedenza, infatti, appariva frenato da una qualche esigenza stilistica o editoriale, nella narrativa breve si può godere appieno delle sue fantasie macabre e della sua capacità di gestire le parole, per esprimere al meglio l'angoscia in base alla situazione. Si prenda ad esempio Scheletro, la storia di un uomo ossessionato dalle proprie ossa, convinto che il proprio sistema scheletrico lo stia gradualmente assoggettando alla sua volontà. Ed è qui che si rivolge ad uno stregone perché possa rimuoverlo dal suo corpo, senza pensare alle tragiche conseguenze.

Oppure lo strano Conciasalme, tanto irrispettoso dei cadaveri che deve imbalsamare da non temere che possano in qualche modo ribellarsi. I racconti di questa raccolta incarnano lo spirito di ognuno dei personaggi di Il popolo dell'autunno che aveva aperto il volume, e ne contengono gran parte dello spirito, questa volta espresso dal punto di vista degli antagonisti.

La collana Oscar Draghi

Halloween fa parte della collana Mondadori Oscar Draghi, nata nel 2014. I Libri sono caratterizzati da dimensioni imponenti, rilegatura pesante e carta leggera, per non parlare delle copertine variopinte. Se alcuni possono trovarli eccessivi, è innegabile che il loro contenuto sia sempre di qualità, con traduzioni eccellenti e illustrazioni piacevoli.

L'idea si può sintetizzare nella strategia di proporre un'alternativa a i Meridiani, la collana più meritevole della casa editrice, che sia accessibile anche al grande pubblico, a volte scoraggiato dalle serissime copertine di pelle blu, e dai prezzi non sempre accessibili. Oscar Draghi propone Classici e letteratura di nicchia, con copertine fluorescenti e pagine dalle coste brillanti, perfette come regali per lettori di tutti i tipi. Una collezione che impreziosirà la libreria di parole e di colori.