Ha compiuto 50 anni Gianluca Grignani: nato a Milano il 7 aprile 1972, il cantautore è considerato uno dei poeti della musica italiana contemporanea.
L’artista
Grignani è ritenuto dai fan e dalla critica uno degli artisti più eclettici, eccentrici, carismatici ed eleganti del panorama musicale italiano degli ultimi 30 anni.
Anima pura, cristallina e, in quanto tale, anche fragile. Estremamente fragile. Come egli stesso ha dichiarato in passato: “C’è il joker buono è quello cattivo; quello cattivo l’ho chiuso in una gabbia, e rimane lì”.
Mezzo secolo di alti e bassi, dunque, mezzo secolo di ascese e scivoloni, mezzo secolo sulle montagne russe.
Spesso poco capito, frainteso, perfino ridicolizzato, deriso, sbeffeggiato; solo, lasciato a sé stesso, sull’orlo del baratro. Un baratro dal quale fortunatamente, è riuscito finora sempre a riemergere.
L’Alfa e l’Omega nella stessa persona, un inguaribile romantico nel corpo di una rockstar, con genio e sregolatezza. Numero uno nei testi, con quella nota spesso malinconica e quel lato “dark” che lo rende uno degli artisti più “dannati” in assoluto.
Per descrivere Gianluca Grignani non sarà mai sufficiente alcun aggettivo, o meglio, non esiste un aggettivo perfettamente calzante con la sua personalità.
Forse, la parola che più si avvicina a sintetizzare, stilizzare, la sua personalità, è un suo successo del 1998: The Joker.
Sì, perché Gianluca è il bene e il male, il sole e la luna: le due facce della stessa medaglia.
Un artista senza tempo
Autore di successi senza tempo, con la sua penna è in grado di unire anche i più scettici. Successi come "Destinazione Paradiso" e "La mia storia tra le dita", hanno segnato intere generazioni.
Altri, come appunto "The Joker" o "Falco a metà", hanno un carico di introspettività talmente forte, da dare la sensazione a chiunque le ascolti di conoscere un frammento di quella personalità tanto complessa quanto geniale.
Ed è in canzoni d’amore apparentemente di stampo classico, come "Una donna così", "Una strada in mezzo al cielo" o "Cammina nel sole", che invece si vede lo spessore artistico, in quella ricerca fanatica e meticolosa della sfaccettatura che la lingua italiana ben consente, per esprimere un sentimento tanto semplice e banale, quanto articolato e particolareggiato in ognuno di noi.
Senza dimenticare poi, il ramo malinconico e nostalgico della personalità dell’artista, quel lato “dark” sopra citato che, a livello artistico, è di notevole rilevanza. Entrano di diritto in questa “categoria” canzoni del tipo "Il più fragile", "Sogni infranti, "Il re del niente", "Solo cielo", "Lacrime dalla luna" o "Primo treno per Marte". Tutti brani estremamente carichi di sentimento, un misto di rabbia e frustrazione da seguire attentamente parola per parola, nota dopo nota.