Soltanto 4 punti in 5 partite. Basterebbero questi numeri per descrivere e per spiegare la crisi di risultati della Lazio in questo avvio di stagione. La squadra biancoceleste sembra lontana parente di quella ammirata nella passata stagione, che è stata in grado di chiudere con un brillante secondo posto in Serie A. E, se è vero che è ancora troppo presto per bilanci e per sentenze, qualche preoccupazione e qualche scricchiolo inizia inevitabilmente già a esserci, come dimostrato dalla piccola contestazione arrivata al fischio finale di Lazio-Monza, terminata 1-1. [VIDEO]

Ma che cosa non sta funzionando in quella che, lo scorso anno, sembrava essere una macchina perfetta e con dei meccanismi impeccabilmente oliati?

Il pensiero non può non andare a quello che era il vero proprio punto di forza fino a qualche mese fa, ossia la difesa. Infatti, nel passato campionato, la squadra di Maurizio Sarri ha totalizzato ben 21 clean sheet. Questo era il segnale più chiaro di un retroguardia difficilmente superabile, di un centrocampo che faceva da filtro e da cerniera, di esterni offensivi che garantivano anche copertura e, nel complesso, di una squadra compatta e totalmente sul pezzo. In queste prime partite invece si è visto totalmente l'opposto, con reparti scollati, difesa facilmente perforabile e un equilibrio che è a dir poco venuto meno. L'unico a salvarsi, o meglio a confermarsi. è stato Ivan Provedel, non solo per il gol contro l'Atletico Madrid [VIDEO].

Lazio, tra acquisti in ritardo e motivazioni

Molti dubbi però ci sono, quantomeno per ora, anche sul mercato estivo.

C'è chi già mette in discussione il valore di alcuni giocatori, Kamada in primis. E anche lo stesso Guendozi, che tanto bene aveva fatto a Napoli, sabato è apparso spaesato e fuori dagli schemi. Ed è per questo che non possono non venire in mente le parole dello stesso Sarri, che ha ammesso di aver bisogno di tempo per inserire i nuovi e che questi ultimi, compreso Isaksen, non siano pronti tatticamente.

Frasi che fanno pensare ai tempi e ai ritardi sugli acquisti, con il giapponese, che, per esempio, è arrivato a inizio agosto da svincolato e senza alcun allenamento nelle gambe, e il francese che si è inserito nella realtà biancoceleste solo e soltanto da poche settimane. Insomma, sembra quasi che la Lazio. per il temporeggiare in fase di calciomercato, sia alle prese con rodaggi, tentativi ed esperimenti che sono soliti delle amichevoli estive.

Si intende, nessuna alibi, ma solo un qualcosa che può su rendimento e quadratura.

C'è chi però pensa anche a una squadra scarica dal punto di vista mentale e motivazionale. Un po' come se ci fosse meno entusiasmo e meno convinzione, soprattutto in campionato. Va detto però che la convinzione stessa, molto spesso, viene inevitabilmente condizionata dai risultato. Difficile metter in mezzo una questione meramente e puramente fisica: la Lazio chiude tutte le partite in crescendo, come visto e dimostrato contro l'Atletico Madrid. Anzi è proprio la prestazione offerta con gli spagnoli a far pensare che quasi tutto parta dalla testa. Perché certa partite rappresentano una vetrina e si preparano da sole, altre chiedono quella concentrazione e quella fame vista nella scorsa stagione.

Lazio, alla ricerca della soluzione

Molto difficile dire quale possa essere una soluzione, per quanto si pensi a un possibile ritiro peer schiarirsi le idee. Il calendario è ricco di impegni e già mercoledì sera i biancocelesti scenderanno in campo contro il Torino, avversario storicamente complicato e ostico. Al mister, ma ai giocatori stessi, sta il compito di ritrovare voglia, determinazione e anche un briciolo di umiltà. Forse basterebbe un risultato positivo peer scacciare fantasmi, malumori e pressioni. Perché sì la Champions è una bella avventura, ma l'obiettivo della Lazio è quello di confermarsi in campionato. La strada è senza alcun dubbio ancora molto lunga, ma quest'avvio zoppicante costringe Immobile e compagni a rincorrere e a farlo in salita. Ma è nelle situazioni peggiori che si vedono carattere e attributi.