Fa discutere la decisione dell'amministrazione comunale di Palermo di trasferire i cani ospitati presso i due canili municipali verso altre destinazioni: il nodo della questione è proprio questo. Infatti si è parlato di adozioni e di trasferimenti ma, secondo il Comune, pare che le adozioni non ci siano e che, di conseguenza, gli animali saranno portati altrove. Inoltre, al momento, non è dato sapere qual è la destinazione prescelta per alloggiare i cani randagi. Nel frattempo, i volontari dichiarano che, in realtà, ci sarebbe la disponibilità per le adozioni.

Il presidio

La città di Palermo - cittadini comuni, giornalisti, animalisti e gente di buon senso - è scesa in piazza da giorni per cercare di saperne di più, e per evitare che gli animali facciano una "brutta fine". Al canile del capoluogo siciliano sono arrivati anche i NAS. Finora è stata portata avanti un'opposizione ferma che, però, si annuncia anche piuttosto complessa, poiché ci sarebbe in ballo un appalto da 2 milioni di euro per la ristrutturazione del canile - ragion per cui i cani dovrebbero essere trasferiti in altra sede - più circa 480 euro per ogni animale, da destinare a chi li prenderà in consegna nel periodo in cui verranno effettuati i lavori.

Gli animalisti sono contrari a questi affidamenti "a scatola chiusa", e chiedono di sapere esattamente dove e con chi andranno a finire gli animali.

Da qualche giorno si è formato un presidio di volontari che copre anche le ore notturne, proprio per evitare che i cani vengano portati via di notte verso destinazione ignota. Ieri pomeriggio, ai NAS si sono aggiunti i militari del Corpo Forestale, mentre secondo le ultime indiscrezioni, la magistratura potrebbe aprire un'indagine per far luce sulla gestione dei cani randagi di Palermo.

Il mistero delle adozioni

Sulla questione delle adozioni che, secondo quanto comunicato dal Comune non sarebbero disponibili, si sta dipanando un piccolo mistero. Diverse associazioni animaliste avrebbero invece chiesto alle istituzioni comunali di adottare i cani gratuitamente, opponendosi fermamente alla mercificazione delle bestiole.

A questo punto non si capisce perché il Comune non abbia mai preso in seria considerazione questa proposta. In tal senso, secondo voci di corridoio, ci sarebbe un interesse economico, con il bonus di 480 euro a cane che andrebbe a finire nelle casse di un'associazione probabilmente del ragusano. Un'operazione pari a circa 50.000 euro.

Dario Galvano dell'ADA: "L’abbiamo già detto a chiare lettere al Comune di Palermo sei mesi fa. Abbiamo detto agli amministratori comunali che noi siamo fermamente contrari alla mercificazione degli animali". L'Ada ed altre associazioni sarebbero pronte ad occuparsi dei cani senza intascare un euro.

Gabriele Marchese, dirigente responsabile del settore di competenza del Comune di Palermo, in risposta ai tanti appelli delle associazioni e dell'ADA ha comunicato: "Siamo contenti di questa disponibilità, ma poiché fino a stamattina nessuna comunicazione formale era giunta in tal senso, per altro a fronte di un avviso pubblico che è online da ormai due mesi, una semplice disponibilità verbale non può interrompere un procedimento amministrativo in corso.

Saremo ben lieti di affidare alle vere associazioni animaliste che oggi offrono la propria disponibilità i cani che dovessero essere adottabili già a partire dai prossimi giorni".

Ma Galvano non ci sta, e prende le distanze dalle dichiarazioni di Marchese poiché, a detta del suo rappresentante, l'ADA avrebbe inviato al Comune le proprie proposte tramite PEC, quindi con una comunicazione ufficiale.

Mentre anche in queste ore continua il fermento davanti ai locali dei canili, si attende - e si cerca di evitare - il trasferimento verso località ignota. La situazione - che ha fatto registrare diversi momenti di tensione - è in continuo aggiornamento.