Sotto la direttiva del Ministero dei Beni Culturali, per volontà e deciso impegno del Ministro Dario Franceschini, domenica 2 aprile (come tutte le prime domeniche del mese) sarà possibile visitare musei, siti archeologici, gallerie d'arte, parchi e giardini statali gratuitamente.

Il patrimonio culturale più vasto e ricco del mondo, sarà a disposizione del grande pubblico senza il pagamento di alcun ticket. A Palermo, le aree visitabili, saranno davvero molte. Di seguito, alcuni luoghi aperti e una breve descrizione.

Palazzo Mirto

Il nome dato originariamente alla struttura era Palazzo Ventimiglia di Belmonte.

Nel XIX secolo la proprietà passò al Barone Giovanni Riso che gli ha attribuito il nome che possiede ancora oggi. Dopo la Seconda Guerra Mondiale subì pesanti danni e venne abbandonato al suo destino. Negli anni '90, grazie ad un intervento di restauro richiesto dalla Regione Siciliana, si riuscì a recuperare parte dell'edificio. Dal 2008 è sede del Museo d'Arte Contemporanea della Sicilia e conserva opere molto belle di diversi artisti contemporanei.

Palazzina Cinese

L'opera venne realizzata da Giuseppe Venanzio Marvuglia che, amante dello stile orientale, fece costruire la strutture con le classici ornamenti a pagoda tipici dell'architettura tradizionale cinese. Gli interni sono stati curati e ornati da Giuseppe Velasquez.

Oggi, le varie ali della tenuta, sono stati adibiti a musei permanenti.

Chiostro di San Giovanni degli Eremiti

La chiesa, che presenta le caratteristiche cupole di colore rosso acceso, è realizzata a croce latina. Al centro, sorge rigoglioso il chiostro, abbellito da un verdeggiante giardino al quale si accede attraversando un corridoio delimitato da colonne e archi aguvali a doppia ghiera.

Un luogo dal fascino mistico.

Palazzo Abatellis

Il Palazzo, opera di Matteo Carnilivari, splendido esempio di architettura gotico-catalana, era residenza del Maestro Francesco Abatellis. Al suo interno, venne costruita una cappella per esigenze della comunità religiosa ad opera di Antonio Belguardo. La cappella venne smantellata una volta costruita la limitrofa Chiesa Santa Maria La Pietà.

A causa dei bombardamenti del secondo conflitto mondiale perse molte parti della sua struttura che vennero, però, ripristinate ed ultimate alla fine del 1953. Al suo interno sono conservate numerose opere di arte sacra, ma l'opera che ogni anno attira migliaia di turisti e curiosi è il celeberrimo "Trionfo della Morte": inquietante e macabro, ma affascinante al tempo stesso.